L’Anac, autorità nazionale anticorruzione, ha contestato al Comune di Capri, l’attuale amministrazione comunale e quella precedente procedure irregolari nelle “somme urgenze”. L’autorità ha verificato 158 appalti per lavori di manutenzione affidati, per la maggior parte dei casi, sotto la soglia minima dei 40 mila euro. Un limite questo che non impone la gara di appalto e che le norme consentono, a determinate condizioni, l’affidamento diretto.
I 158 affidamenti di lavori sono stati eseguiti nel triennio 2018-2020 dal Comune di Capri che verrà anche sottoposto a verifica da parte della Corte dei Conti. L’Anac, autorità nazionale anticorruzione, il 12 novembre 2020 aveva chiesto tutti i carteggi ed ha dovuto attendere appena oltre un anno per averli, dopo solleciti e richieste di proroga, che provenivano dall’ufficio del secondo piano di via Le Botteghe. Il 6 dicembre 2021, il Comune di Capri ha inviato i voluminosi faldoni all’Anac che li ha sottoposti a verifica da cui è emerso “una mancata programmazione della attività di manutenzione” e ciò è dovuto in quanto il Comune di Capri ha “parcellizzato gli appalti di lavori di manutenzione affidando direttamente a singoli soggetti ovvero tramite affidamenti di somme urgenze anche per importi inferiori ad euro 40mila”. I 158 affidamenti sono pari ad oltre un milione e mezzo di euro, un importo non indifferente che rischiano di dover risarcire le amministrazioni comunali guidate prima da Gianni De Martino e poi dal successore Marino Lembo (eletto nel maggio 2019). “Il Comune ha soddisfatto
le esigenze di manutenzione prevalentemente mediante la parcellizzazione delle attività negoziali, suddividendole in numerosi micro affidamenti di modesto importo, in assenza di una adeguata programmazione delle lavorazioni occorrenti per garantire la dovuta funzionalità agli impianti comunali”.
Secondo l’Anac il Comune di Capri in tanti lavori ha attivato la procedura di somma urgenza anche se non sarebbe stato necessario e non è stato rispettato il principio della rotazione tra le imprese. Secondo l’autorità ad aggiudicarsi i lavori sono sempre le stesse imprese “troppo di fiducia” del Comune.
“Alcuni lavori di somma urgenza non sembrerebbero essere stati disposti in conseguenza di un ben specifico e individuabile evento imprevedibile bensì risultano riconducibili a situazioni di incuria, degrado e ammaloramento” e “peraltro, pare anche sussistere un utilizzo artificioso dello strumento della somma urgenza” non giustificato da “perizie del Rup o di un tecnico dell’amministrazione, da redigersi entro dieci giorni dall’ordine di esecuzione dei lavori”. Nei fascicoli che il Comune di Capri, dopo appena oltre un anno, ha reso disponibili all’Anac, non risultano perizie, computi metrici ma “nelle determine di affidamento i lavori affidati risultano genericamente descritti”. L’Anac è comunque perplessa per il mancato rispetto della rotazione per le imprese affidatarie dei lavori, regola questa che vale anche per gli affidamenti diretti dove deve essere garantita la possibilità che a partecipare non vengano escluse micro, piccole e medie imprese “ed evitare lo stabilizzarsi di rendite di posizione in capo ad alcuni operatori”.
Quello che temono i politici più della Magistratura penale è la Corte dei Conti che quando ravvisa essercene i termini provvede a sequestrare i patrimoni.