E’ stata sporta denuncia per abbandono di incapace. La denuncia è stata presentata dalla Fondazione San Costanzo, proprietaria della Casa di Riposo San Giuseppe di Capri, di cui è amministratore Don Carmine del Gaudio.
La Fondazione San Costanzo gestisce, oltre la Casa di Riposo San Giuseppe, l’Istituto Santa Teresa e tutte le proprietà della Chiesa a Capri.
Don Carmine del Gaudio è stato il fautore della grande ristrutturazione ed adeguamento della Casa di Riposo San Giuseppe, oggi un fiore all’occhiello isolano per la comunità.
La Casa di Riposo ha riposto le sue sorti economiche nella Parrocchia, nei proventi dalla gestione dell’oggi albergo Villa Helios, e di quelli del Comune di Capri, di cui ogni anno il Sacerdote provvede a pubblicarne il bilancio, all’insegna della massima trasparenza.
Il metodo utilizzato per i “vecchietti” che alloggiano alla Casa di Riposo San Giuseppe, e che sono la memoria storica di quest’isola, è che conferiscano la “pensione” alla Fondazione. Don Carmine del Gaudio fa sì, in ogni modo, che ai pensionati venga lasciata una quota da gestire in piena autonomia, vuoi per un regalino ai nipoti e vuoi per esigenze personali; una dazione quindi, da parte dei pensionati, non totale. La struttura “Ospizio San Giuseppe”, insieme alla Villa Helios, fu devoluta alla Parrocchia Santo Stefano il 30 gennaio 1917 dalla Baronessa Margherita Salis Marschlins con l’obiettivo di assicurare la continuazione dell’opera di assistenza agli infermi e di aiuto alle funzioni di culto della parrocchia, cui si era dedicata durante la sua permanenza sull’isola.
Nel 1999, dopo le insistenze dell’allora parroco Don Francesco Di Saverio, la Madre Superiora Generale Giovanna Zippo, accettò la proposta trasferendo, alla fine di luglio, le prime suore, che a tutt’oggi rappresentano come si suol dire lo zoccolo duro della struttura. La parte sovrastante, attualmente gestita come un albergo, prima con conduzioni affidate a terzi, era una casa per ferie e destinata ad accoglienza di pellegrini e turisti, ritiri spirituali, soggiorni climatici, vacanze per ambo i sessi, clero, disabili, famiglie, gruppi, laici, religiosi, singoli.
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Dopo alcuni anni, con proventi irrisori, per gestire quello che era conosciuto come “ospizio”, e che non ne permettevano neanche i lavori indispensabili, venne affidata la gestione alberghiera, con parte del sottostante giardino, con la cui rendita si era potuto far fronte alle considerevoli spese.
La Casa di Riposo, ha quale direttrice della struttura Lia Staiano che, senza entrare nella vicenda della signora, ha spiegato come funziona la Casa di Riposo San Giuseppe. Le Suore Francescane dei Sacri Cuori, con il personale laico composto da operatori socio sanitari, inferimieri, cuoca ed inservienti ai piani, sono il motore dell’accoglienza e gestione della struttura.
La Casa di Riposo può ospitare 16 “anziani” alloggiati in stanze doppie dotate di servizi igienici. Il complesso è stato ristrutturato con l’abbattimento delle barriere architettoniche nel 2011. Ogni anziano viene visitato dal medico curante periodicamente, salvo ulteriori interventi all’occorrenza. La Casa di Riposo è destinata ad anziani autonomi e semi autonomi. Le visite specialistiche vengono eseguite attraverso l’Asl ed in particolare dal dottor Salvatore Vescio, geriatra del distretto. Il menù per gli ospiti della Casa di Riposo è seguito attraverso un nutrizionista. Non è prevista alcuna restrizione e buona parte degli anziani alloggiati alla Casa di Riposo esce anche per una passaggiata o, semplicemente, per non perdere il contatto esterno con il territorio e gli isolani.
Ad aver spinto alla denuncia la Fondazione, in sede penale per mano dell’avvocato Luciano Fotios Meletopoulos ed in sede civile dall’avvocato Enrico Romano, un caso raccapricciante. In effetti una famiglia aveva portato in prova per 15 giorni una “vecchietta”, periodo di prova sia per la struttura sia per l’anziana signora la quale sembrerebbe che, nell’immediato, mostrava già segni di incompatibilità.
Non voleva, infatti, stare nella struttura bensì a casa sua, dove invece i parenti non volevano o non potevano tenerla. Nonostante i ripetuti inviti verbali nei confronti dei familiari, gli stessi non volevano riprenderla e riportarla nella sua abitazione ad Anacapri che, probabilmente.
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Da quegli inviti verbali si è passati alle lettere, “diffidando” i familiari a riportare a casa la signora, per volontà della stessa. La signora, che comunque godeva di assistenza della Casa di Riposo h24 e che era anche stata visitata più volte dal geriatra dell’Asl, manifestando questo malesse si è lasciata andare a tal punto da allettarsi.
I responsabili della La Casa di Riposo pur non avendo risposte affermative dai familiari, continuavano a provvedere al suo sostentamento psicologico e medico, nonchè addirittura ad acquistarle i medicinali che i familiari neanche provvedevano a rendere disponibili. La signora poi, colpita da covid19, con un malessere psicologico non indifferente, desiderava tornare nella sua casa, dove aveva vissuto e dove vi erano i suoi ricordi, è deceduta, senza che si sia ancora accertato se per causa covid o altra patologia.
Sembrerebbe che i familiari, non volendo riportare a casa la signora abbiano anche più volte minacciato il personale della struttura, che se avessero insistito a richiederne il trasferimento della signora, loro avrebbero diffamato la Casa di Riposo, cosa questa che possono testimoniare diversi componenti del personale.
Gli operatori della Casa di Riposo, sbigottiti davanti ad un comportamento del genere dei familiari, che in effetti sembrerebbero aver voluto “parcheggiare” la signora per liberare la casa ad Anacapri, probabilmente destinata ad altri scopi, si sono anche rizelati e si sono lamentati della denuncia sotto l’aspetto penale presentata dall’avvocato Luciano Fotios Meletopoulos e fermo restando i profili civilistici e risarcitori di cui è stato incaricato l’avvocato Enrico Romano. Quest’ultimo è pronto a trascinarli in tribunale non tanto per l’importo del danno arrecato alla Casa di Riposo, quanto più dal comportamento tenuto dai familiari della signora deceduta.
La parola passa ora ai Magistrati, che dovranno accertare le responsabilità.