8. É Dio: è venuto – La Buona Notizia
della 2a Domenica di Natale – 3 gennaio 2021 – a cura di Don Carmine del Gaudio
Appena riusciamo ancora a contemplare il mistero del Natale: e nel mistero del Natale del Signore nostro Gesù Cristo il nostro sguardo è stato attirato dal viso celestiale della Vergine Madre, Maria di Nazareth che Dio ha elevato alla grandissima dignità di essere Madre. La presenza di Gesù, anche se nelle vesti di un Bambino che chiede di crescere e di fare esperienza di umanità, Egli è sempre il Dio incarnato e porta con Sé tutta la ricchezza propria di una Dio. Lo rileviamo dalla prima lettura:
Dal libro del Siràcide (24,1-4;12-16)
La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta, mentre dice: «Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti”. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora».
Figlio di Dio è venuto come la Sapienza del Padre che entra nella storia per essere Luce e Guida per tutti gli uomini: ciò che manca all’uomo di ogni tempo, tentato dal delirio della onnipotenza fasulla e sbagliata che lo porta ad autoesaltarsi e a fare delle scelte completamente sbagliate che riguardano la sua vita, il suo futuro, le cose importanti e le cose essenziali da sceglie mentre sono da evitare le cose che ci portano danno. Eppure… la delicatezza di questo nostro Dio non Gli impedisce di mettere sempre le su radici in mezzo a noi, anzi dentro di noi, per poter parlare al nostro cuore, certo a volte rimproverandolo, a volte tentando la strada più ardua della convinzione. La Sapienza del Padre donata nel Figlio anche a noi, non è un fatto solo intellettuale: lo è anche intellettuale: ma è soprattutto esperienziale per cui Egli vive la nostra stessa vita dal di dentro come noi. La Sapienza rimane sempre un dono da chiedere per tutti, dai sacerdoti ai genitori, agli educatori di ogni genere e di ogni attività umana.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (1,3-6.15-18)
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.
Volutamente ho sottolineato “in Lui” perché questo è il punto fondamentale di ogni nostra riflessione.
Lui è Gesù il Figlio di Dio, Dio Egli stesso: Dio che si china sull’uomo e con l’uomo vuole costruire la storia nuova che nasce dalla Redenzione.
Lui è Gesù incarnato come un semplice uomo. Anzi ha voluto essere un servo per farsi prossimo anche ai più umili della storia che dono i poveri di Jahweh.
Lui è il Figlio di Maria e del falegname Giuseppe che imparò ad essere obbediente e cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e davanti agli uomini.
Lui è il Messia che è passato per le strade del mondo sanando e beneficando tutto coloro che erano sotto il potere del diavolo.
Lui è il Sofferente-Offerente che si è addossato i nostri dolori ed ha appeso ad una croce i nostri limiti ed i nostri peccati.
Lui è il Futuro del mondo che guardando a Lui può sognare cieli nuovi e terra nuova dove regna la giustizia, l’amore e la pace.
Lui è Colui che ci ha resi partecipi non di una semplice felicità umana ma ci ha offerto la pienezza della Grazia per faci vivere la nostra identità di Figli di Dio.
Così invito il lettore a rileggere il Prologo del Vangelo di Giovanni: è il Vangelo dell’Incarnazione che ci chiede come atteggiamento di fondo “accogliere” il Dio Incarnato:
Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.