7. Maria rivesta di carne il Figlio di Dio La Buona Notizia
della Solennità della Divina Maternità di Maria Santissima – 1 Gennaio 2020 – a cura di Don Carmine del Gaudio

La luce del Natale ci ha avvolti con il suo mistero di amore che ci ha dato fiducia e ci ha fatto vedere il cielo finalmente riaperto con il cuore del Padre. Incontrando il volto del Bambino di Betlemme che è il Figlio di Dio abbiamo incrociato il suo sguardo che diventa inquieto ed esaltante insieme. Ci rivela chi è questo Bambino: è il Figlio di Dio che entra nella storia e viene a salvarci. Rivelando se stesso come la Parola del Padre parlata a noi e alla nostra storia, questo Bambino ci “costringe” a guardarci dentro (un’operazione non difficile ma da cui volentieri scapperemo!) e così scoprire quanto siamo lontani dal suo messaggio che è di amore, di pace e di non violenza, come ci ha ricordato il Papa nel Messaggio per questa giornata del Primo Gennaio, 50a Giornata Mondiale per la Pace. Questo sguardo di Lui su di noi e di noi stessi dentro di noi, ci spinge al cambiamento, alla conversione, per poter cambiare non solo noi stessi ma anche il mondo con noi: ed ecco il terzo sguardo che Gesù ci dona, sul mondo che ci circonda e che dobbiamo educarci a saper guardare con l’occhio di Dio.
Nella contemplazione della Natività, incrociamo anche la presenza di Maria su cui oggi la Chiesa ci invita a riflettere. Il suo ingresso nel mistero di Dio, inizia con il suo “sì” nel giorno dall’annuncio dell’angelo ed è ritmato da un crescendo che avvalora e spiega il suo essere “piena di grazia”.
Oggi la Chiesa la venera Madre di Dio perché in fondo il Figlio che Ella genera nella sua verginità è il Verbo che si è Incarnato, è il Figlio di Dio. Dio l’ha scelta fin dall’eternità ed ha preparato il grembo di Lei ad accogliere il Figlio tanto amato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (4,4-7)
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Questo testo della Lettera ai Gàlati esalta l’importanza di Maria nel progetto di Dio, nella realizzazione del piano di salvezza per tutti gli uomini. Nella pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio, nato da donna… L’esperto dei progetti di Dio che è Paolo ci dice di questa donna che sappiamo essere Maria, dalle Sacre Scritture. L’importanza del “sì” di Maria (che nella IV Domenica di Avvento ho voluto mettere accanto a quello di Giuseppe, anch’esso importante e determinante), è troppo evidente. Questa povera creatura, dichiaratosi serva del Signore, ha permesso a Dio di realizzare il suo disegno di amore.

Come non esaltarti Maria per questo progetto di Dio su di Te. Come poter negare a Te questo privilegio che Dio Ti ha concesso. Non sei importante per Te ma sei importante per Lui, per il Figlio che hai portato in grembo e che hai rivestito di carne umana, Lui che era Dio e si era abbassato fino a noi della terra. Tutto il creato si china di fronte a Te: scusa quei fratelli e quelle sorelle che in nome di una dimezzata cristologia vogliono scartarti dal cuore di Dio e della storia. Porta nel tuo cuore anche loro e noi come portasti in grembo il Figlio di Dio, Gesù, Colui che ci salva.
Noi festeggiamo la Vergine Madre di Dio nel giorno ottavo dalla sua nascita: giorno in cui è avvenuta la circoncisione di Gesù nel Tempio di Dio. La Vergine Maria in quel momento Lo ha consacrato al Padre, ed ha consacrato la sua rinunzia a questo Figlio, Suo ma non Suo! La circoncisione è l’atto dell’appartenenza di una creatura a Dio e Gesù è del Padre (come ci dirà Lui stesso proprio nel Tempio quando nel pellegrinaggio a 12 anni rimase a discutere con i sapienti della Legge di Mosè: Non sapevate che io sono nelle cose del Padre mio?

Dicevo del “sì” di Maria: è stato continuo e mai è venuto meno: in ogni momento della sua vita ha saputo obbedire alla Parola che il Figlio viveva ed incarnava ogni giorno per Lei. Questa sua obbedienza impreziosisce la sua maternità. Così come impreziosisce anche la nostra vita se impariamo da Lei ad obbedire alla Parola che ci viene presentata dal Padre quotidianamente.

Dal Vangelo secondo Luca (2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

L’atteggiamento di Maria di fronte alla Parola è descritto in modo semplice: Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Il Figlio è là: è nato: si è rivelato ai pastori che dicono di Lui cose stupende, con grande loro stupore di essere interpreti del grande mistero di Dio. Maria, ecco la donna attenta, la Mamma premurosa che non si esalta ma si compiace del Figlio, custodisce quanto la circonda, quanto ascolta, quando vede, quanto percepisce nella sua intelligenza, quanto tocca con le sue mani: e tutto custodisce nel suo cuore. Ecco l’ascolto: ecco la crescita della sua femminilità e della sua maternità. Per cui a Lei ci affidiamo e a Lei chiediamo una particolare attenzione.

Ella è stata capace di intercettare lo sguardo di Dio. Ed avvenne l’Incarnazione. Possa ora intercettare ancora lo sguardo di Dio Padre e Misericordia sul genere umano in sofferenza e intercedere per la Pace nel mondo, infestato da tanta violenza di ogni genere, che produce tante lacrime. Se lei prega il Padre ci donerà la Pace perché la sua tenerezza e la sua preghiera inteneriscono anche i cuori più induriti che fanno solo soffrire. Lei, perché guidata da Dio e da Lui inviata, saprà individuare le strade per arrivare ai cuori.

Dal libro dei Numeri (6,22-27)
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Così ci scambiamo gli auguri di Inizio Anno civile. Auguri come benedizione che in quanto figli chiediamo a nostra Padre. Ci sorregge oggi la presenza di Maria che per essere Madre di Dio è anche Madre nostra e comprende le nostre miserie e le nostre fragilità. Ma l’anno sarà veramente nuovo se anche noi saremo nuovi. Via la malizia, via la malignità, via le cattiverie, ritroviamo la nostra capacità di essere uomini e donne vere, nel senso pieno del termine. Il male ci fa simili a tante bestie selvagge. È questa la sofferenza di innocenti, specialmente bambini che muoiono di fame, di stenti, e sono schiavi degli orchi che nulla hanno di umano.