10. Figli dell’amore – La Buona Notizia
della Domenica del Battesimo di Gesù – 10 gennaio 2021 – a cura di Don Carmine del Gaudio
Siamo ancora con il cuore pieno della luce del Natale: non abbiamo smesso di stupirci per quello che il Bambino di Betlemme è stato capace di comunicarci, nella sua piccolezza, nella sua innocenza, nella sua beatitudine. Eppure il Signore ancora ha da parlare al nostro cuore e alla nostra vita. Con Gesù, oramai cresciuto davvero in sapienza, età e grazia, ci rechiamo al Giordano accanto a Giovanni il Battista che ha il prezioso compito di additare, anche a noi uomini e donne del terzo millennio, la presenza di Gesù di Nazareth. Nei giorni scorsi la liturgia ci ha fatto ascoltare il racconto delle prime vocazioni di Andrea, Giovanni e a seguire di Simone (il futuro Pietro), e poi ancora quella di Natanaele. È l’inizio della missione di Gesù che passa lungo il mare della nostra storia e chiama i suoi collaboratori. Tutto è preceduto da questo episodio che oggi la liturgia ci presenza: il Battesimo di Gesù al fiume Giordano per le mani di Giovanni il Battezzatore.
Dal Vangelo secondo Marco (1,7-11)
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Appena quattro versetti per farci comprendere il momento culminante della rivelazione di Dio in Gesù. Gesù mosso dallo Spirito si reca al Giordano per essere battezzato: non perché avesse bisogno di essere battezzato ma perché egli, nato sotto la Legge, non la nega, la vive, per poterla poi trascendere e quindi perfezionarla in sè stesso. Il Battesimo di Giovanni è nel solco della tradizione ebraica di quanti vogliono iniziare il cammino dell’ebraismo in osservanza della Tradizione ebraica illuminata dalla Legge mosaica: è un rito di iniziazione in cui è racchiuso anche il perdono dei peccati come linea di fondo della purificazione. Immaginarsi se Gesù poteva aver bisogno di un battesimo siffatto! La sua presenza al fiume Giordano avvalora il ministero di Giovanni Battista che prepara la strada nel senso vero del termine, affinchè Gesù possa entrare nella storia e compiere la missione che Gli è stata affidata dal Padre. Tutta l’opera di Giovanni porta a Cristo. Ora al Giordano, davanti a tutta una folla di ricercatori della verità che vengono da Giovanni per farsi battezzare si mischia anche il Figlio di Dio ma nessuno lo conosce: Giovanni dice la sua perplessità ma Gesù lo incoraggia e Giovanni lo battezza: qui il momento formidabile della Rivelazione piena del Padre: «Tu sei il Figlio mio, l›amato: in te ho posto il mio compiacimento».
La voce del Padre, la colomba posata sul capo di Gesù di Nazareth aprono la rivelazione di chi è veramente questo uomo che è sceso nell’acqua come un comune mortale: mortale per la nostra carne umana, ma Dio Egli stesso perché viene dal Padre e con il Padre è coeterno ed ha presieduto alla creazione. Colui che si presenta con i bisogni umani, come ciascuno di noi è invece Colui che può riempire la nostra esistenza. Lo ricorda il Profeta:
Dal libro del profeta Isaìa (55,1-11)
Così dice il Signore: «O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo d’Israele, che ti onora. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Andare verso Gesù è il cammino di ogni cristiano: faticoso perché ci chiede di muoverci, di lasciare un passato, di rompere con questo passato, per andare alla conquista della rivelazione che è fatta anche per noi, come dimostra il cammino di Magi: dalla Parola ascoltata che chiede solo di portare frutto prima di risalire con la nostra risurrezione a diventare creatura nuova. Quando i Magi sono arrivati da Gesù sono passati dalla Parola ascoltata all’incontro dove la rivelazione è stata piena e Gesù si è lasciato vedere per quello che è veramente, il Figlio di Dio, Dio Egli stesso. Il Salmo ci presenta la voce ed i sentimenti del Profeta e diventano per noi preghiera: Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza. Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, non avrò timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza. Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere, fate ricordare che il suo nome è sublime. Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, le conosca tutta la terra. Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.
Anche per noi tutto inizia con il Battesimo in cui l’iniziativa è di Dio che muove verso di noi con grande magnanimità.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (5,1-9)
Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio.
Il grande dono che Gesù ci ha fatto è stato l’averci rivelato quello che noi davvero siamo e che ci era sfuggito di mano: opera delle mani del Creatore, a Lui legati dal vincolo della figliolanza perché da Lui generati, da Lui abbiamo ricevuto la vita, proprio come la nostra vita terrena ci è stata donata dai nostri genitori, in un contesto di amore. In un contesto di amore siamo stati da Lui conquistati ad un amore indelebile dai nostri cuori. Per questo motivo il Battesimo segna l’Incarnazione dentro di noi delle Carni Immacolate e divine del Figlio di Dio: il che ci rende Persone, libere, capaci di ridonare al Padre l’amore riversato nei nostri cuori, l’amore che ci fa gridare “Abbà, Padre”. Prendere coscienza di questa vocazione alla figliolanza ci deve incoraggiare a vivere da autentici figli, degni di questo Grande Padre, pieno di amore.