SLITTA PER COMPOSIZIONE ANOMALA VILLA FARAGLIONI
rinviato il processo al 21 aprile per mancanza di un Giudice
Il 7 gennaio si doveva aprire la fase importante per il processo dell’inchiesta sui lavori di Villa Faraglioni, a che a seguito del rinvio a giudizio degli imputati, l’architetto Massimo Stroscio, quale ex responsabile dell’ufficio tecnico ed urbanistica del Comune di Capri,
l’ingegnere Giuseppe Aprea, quale direttore dei lavori, al figlio, ingegnere Marco Aprea, quale progettista ed il proprietario dell’immobile Tony (Antonio) Aiello, titolare del brand 100% Capri e che aveva visto comparire il Comune di Capri che, con l’avvocato Luciano Fotios Meletopoulos, si è costituito parte civile. L’udienza è stata rinviata a causa dell’assenza di uno dei componenti del Collegio, tecnicamente composizione anomala. Il Collegio presieduto dal Giudice Francesco Pellecchia della Prima Sezione Penale ha come Giudice a Latere Eliana Franco vedrà la nomina di un Got. Per questo motivo l’udienza è stata rinviata al 21 aprile dove compariranno diversi testi indicati dal Pubblico Ministero, tra cui il Comandante della Stazione Carabinieri di Capri, Pietro Bernardo ed il suo vice Di Renzo. Tony Aiello, titolare del brand 100% Capri, aveva acquistato la proprietà di Villa Faraglioni nel 2015 e dato da subito il via ai lavori che, il 21 dicembre del 2017, finirono sotto la lente di ingrandimento della Stazione Carabinieri di Capri, nel corso delle indagini antiabusivismo che avevano interessato diversi cantieri che avevano i lavori in corso. I Carabinieri, avvalendosi, di concerto con la magistratura, di un perito tecnico, apposero i sigilli. A poche ore dal Natale del 2017, giovedì 21 dicembre, i Carabinieri della Stazione di Capri, a seguito di articolate indagini, che sono andate avanti settimane, hanno sequestrato la storica villa con vista sui faraglioni, dove da un paio di anni erano in corso lavori. La villa, mentre erano in corso lavori, nel 2016 a seguito di un’ispezione dei Carabinieri e alla presenza di un funzionario della Soprintendenza ai Beni Ambientali, vide la sospensione cautelare dei lavori che restarono fermi per circa un mese, per poi essere ripresi quando il Comune ritenne legittime le autorizzazioni rilasciate. Il Comune inteso come l’architetto Massimo Stroscio. I Carabinieri di Capri, dopo aver effettuato sopralluoghi e vagliato la documentazione depositata al Comune, per vederci chiaro avevano nominato come consulente un tecnico della penisola sorrentina che per la Procura aveva messo in luce diverse situazioni non chiare. In base alla relazione del tecnico la villa, circa 150 metri quadrati, venne sottoposta ai sigilli ed il sequestro in Procura venne confermato. I Carabinieri della Stazione di Capri ed il tecnico scoprirono che i lavori in corso non corrispondevano alle autorizzazioni concesse. Invece, di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, era in corso una vera e propria ristrutturazione del manufatto, stravolgendo totalmente l’impianto originario della caratteristica villa, attraverso l’abbattimento di pareti interne e la creazione di nuovi locali che comportavano un aumento volumetrico della struttura preesistente. Modifiche riscontrate anche all’aspetto esterno. Tutto ciò in una zona soggetta a rigorosi vincoli ambientali e di tutela, oltre al fatto che, essendo la villa antecedente al 1942, vi sono precisi vincoli di piano regolatore. La zona è soggetta a vincoli di tutela ambientale e di alto valore storico ed archeologico, poiché il porto di Tragara è stato costruito all’epoca della presenza a Capri degli imperatori Augusto e Tiberio e dove ancora si vedono tracce e testimonianze di costruzioni di epoca romana. La proprietà della villa sui faraglioni, Tony Aiello con il brand 100% Capri, davanti al sequestro, fece ricorso al Tribunale del Riesame, un meccanismo che consente agli indagati di avere tutta la documentazione depositata dai Carabinieri in fase di indagini. Un’udienza al Tribunale del Riesame che venne rinviata nel momento in cui il Pubblico Ministero inquirente mise sul tavolo anche altri atti d’indagine che spinsero poi Tony Aiello a non presentarsi a quell’udienza probabilmente dietro consiglio dei suoi legali che si aspettavano a quel punto che l’istanza sarebbe stata rigettata dal Tribunale stesso. Alla notizia del sequestro, ad opera dei Carabinieri della Stazione di Capri al Comune, all’ufficio tecnico i funzionari sono andati su tutte le furie, a quanto si vociferava nei corridoi del Municipio, per due motivi, il primo che sono stati sconfessati atti a firma dello stesso ufficio ed il secondo perchè i Carabinieri, e solo ora se ne capisce il motivo, invece di far fare i sopralluoghi come d’uso ai tecnici disponibili nell’ufficio, hanno incaricato un tecnico esterno e di fiducia della magistratura. Dall’acquisizione della documentazione con l’occasione del Tribunale del Riesame i legali nominati dalla proprietà, si resero conto che il fascicolo depositato dal Pubblico Ministero non conteneva solo contestazioni in materia edile ed altra documentazione ma anche una denuncia a piede libero ,per il responsabile dell’ufficio urbanistica che avrebbe avallato gli atti ritenuti illegittimi dagli investigatori, l’architetto Massimo Stroscio, che, a quanto si legge, avrebbe favorito questa pratica, oltre a commettere abusi d’ufficio. Il fascicolo conterrebbe anche documentazione fotografica dei rapporti tra la direzione lavori e lo stesso tecnico. Infine, dalla verifica della documentazione della villa con vista sui Faraglioni, il tecnico della penisola sorrentina, che ha messo in luce quanto si è verificato sotto il profilo urbanistico, emerse la presenza di un ponteggio di un centinaio di metri su suolo comunale per il quale, oltre a mancare le dovute certificazioni proprie del montaggio di un ponteggio, al Comune di Capri, come invece fanno con tutti gli altri committenti dei lavori, non avrebbero fatto pagare neanche le somme previste alle casse comunali, quindi con danno erariale. L’ex primo cittadino di Capri, Gianni De Martino, socio di fatto quando era sindaco dello studio Aprea, in occasione di un’intervista al quotidiano Il Mattino, inerente l’affaire Villa Faraglioni e la posizione dell’architetto Massimo Stroscio, disse che poteva essere stata presa una cantonata, riferendosi a chi aveva apposto i sigilli.