A Capri in sostituzione della tassa di soggiorno, in forza di una legge dello Stato, vige il contributo di sbarco, per il quale chiunque sbarca sull’isola deve corrispondere ai due comuni, Capri ed Anacapri, 2,50 euro a persona. Il contributo di sbarco viene riscosso dalle compagnie di navigazione all’emissione del biglietto di trasporto e versato periodicamente all’ente di Piazza Umberto I, che versa la spettanza a quello anacaprese. Una voce questa che nei bilanci comunali è sostanziosa. Lo scorso anno l’ufficio ragioneria ha avviato una serie di accertamenti a carico di medie e piccole società di trasporto che, provenienti da Ischia, Napoli, penisola sorrentina e costiera amalfitana, sbarcavano i propri passeggeri senza corrispondere il dovuto contributo di sbarco. Davanti a questi accertamenti e sparsasi la voce tra gli operatori che il Comune non scherzava e reclamava quanto dovutogli la maggior parte si sono messi in regola, mentre altri, una ventina, hanno ritenuto ingiusto l’applicazione del contributo di sbarco, facendo ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale, dove tutti, tranne una, la Sorrento Luxury, hanno dovuto provvedere a versare i soldi al Comune di Capri. Per quanto concerne il contributo di sbarco della Sorrento Luxury, la commissione ha stabilito che è giusto che anche questa società, che trasporta e sbarca turisti sull’isola, debba pagarlo ma non ha ritenuto l’accertamento comunale suffragato dalla certezza del numero di persone ipotizzato, fermo restando che, per imbarcazioni che trasportano 10 15 persone alla volta, il Comune, prudentemente, ne aveva calcolate poche, stabilendo, quindi, la Commissione che questa società debba pagare per un numero di persone pari solo ad ogni sbarco, quindi una. Certamente è inverosimile che una di queste imbarcazioni si sposti dalla penisola arrivando a Capri per sbarcare un solo passeggero. Davanti a ciò il Comune di Capri, attraverso l’assessore ai tributi Salvatore Ciuccio, che si è complimentato con l’ufficio ragioneria per l’ottimo servizio svolto nell’interesse della cittadinanza, ha preannunciato ricorso alla Commissione Regionale Tributaria. Gli operatori, che non sono società di navigazione al pari di Caremar, Snav, Nlg, Motoscafisti ed altre società che effettuano trasfert ed altri, che effettuano sbarchi sull’isola, per legge sono sostituti d’imposta e quindi devono pagare per ogni turista sbarcato i 2,50euro, sono circa 300 società, quindi una consistente somma in termini economici. La ragione data alla Sorrento Luxury solo per il numero delle persone sbarcata a terraferma, quindi al pari del numero degli sbarchi effettuati a Capri, è sembrata quasi un cantar vittoria che poteva spingere anche altre società ad evitare di corrispondere il dovuto al Comune, cosa questa non vera. Infatti, una di queste società verserà, soggetta ad accertamento, ed avento ricevuto respinta dalla Commissione Tributaria il suo ricorso, oltre 100mila euro nelle casse comunali. Al momento vista anche la grande entità del contributo di sbarco a cui queste società ischitane, penisola sorrentina e costiera amalfitana, si sottraevano a corrispondere il contributo di sbarco è allo studio un sistema di controllo con persone deputate all’incasso. Questo non solo a Marina Grande, nel porto commerciale e porto turistico, ma anche a Marina Piccola ed in qualsiasi altro punto di sbarco. Così, fa sapere l’assessore al bilancio ed ai tributi del Comune di Capri, Salvatore Ciuccio, che è stato colui che da sempre si è battuto per l’istituzione del contributo di sbarco ed i cui risultati oggi per le casse comunali sono talmente significativi da rappresentare una fetta consistente del bilancio comunale. L’ente pubblico di Piazza Umberto I, nell’ottica di collaborazione con le forze di polizia tributaria, potrebbe chiedere alla Guardia di Finanza di affiancarlo, essendo il contributo di sbarco in forza di una legge dello Stato, facendo ritrovare i furbetti dello sbarco, oltre che davanti ad accertamenti anche di altra natura in materia fiscale, a commettere un reato penale ipotizzato quale l’appropriazione indebita, in quanto, queste società sono sostituti d’imposta.