Una campagna elettorale quella che è stata vissuta a Capri molto dura, un po’ troppo. Prima della vera e propria campagna elettorale va ricordato che la Primavera, dai primi di marzo, ha cercato in tutti i modi di candidare sindaco Marino Lembo offrendogli qualsiasi cosa, che scegliesse lui i candidati da mettere in lista, che dettasse le linee guida per il programma elettorale, che ne decidesse le materie e come attuarle, insomma qualsiasi cosa pur di evitare non tanto che facesse la sua lista, bensì che candidasse con sè Ciro Lembo. Marino Lembo ha ascoltato, riflettuto e resosi conto che la cittadinanza, come poi hanno dimostrato i risultati elettorali, non ha accettato compromessi politici con chi stava governando Capri e che mai aveva accettato di condividere le scelte amministrative dal 2014, relegandolo al ruolo di opposizione, esercitato con Salvatore Ciuccio, Ludovica Di Meglio e Paola Mazzina. Nei cinque anni di amministrazione la linea di Marino Lembo, a cui non troppo convinta la sua compagine politica si era adeguata, era di non dire a tutto di no, altrimenti la Primavera, avrebbe fatto vittimismo, accusando l’opposizione di non avergli fatto fare nulla. La Primavera ha pensato più di tutto, nel corso della sua amministrazione, ad occuparsi di quello che non doveva fare, ovvero allestire un ristretto nucleo politico composto da pochi soggetti intorno a cui girava ed ingrassava un cerchio magico fatto di tecnici, condoni, incarichi, lavori e quant’altro, che, poi sono sfociati in indagini con identificazione della contestazione di reati, rinvii a giudizio e, non ultima, un’accusa di associazione a delinquere. La Primavera ha fallito nel momento in cui ha messo un muro tra sè e i cittadini, cittadini che era inutile andassero al Comune in quanto non trovavano neanche un politico pronto ad ascoltarli e ad affrontare con loro le problematiche che attanagliavano il comune cittadino, che li aveva votati ed alla fine si era dovuto rendere conto di aver sbagliato. Dopo un anno di amministrazione della Primavera, dove Ciro Lembo era stato determinante per la loro vittoria facendo eleggere due assessori, Vincenzo Ruggiero ed Anna De Simone, appena verificatasi il non ascolto dei cittadini, questi aveva chiesto ai suoi assessori di dimettersi, cosa che entrambi faranno seppur in tempi diversi. Da qui a sei mesi prima delle elezioni Marino Lembo e Ciro Lembo sottoscrissero un patto elettorale di spessore politico dove il primo gli riconosceva un ruolo di vice sindaco della sua amministrazione, candidandosi con i Capresi Uniti, e il secondo ammetteva l’errore di aver appoggiato e sostenuto la Primavera, che ormai era troppo lontana dai cittadini e non aveva realizzato le loro aspettative su tutte le materie. Da quell’intesa, con una buona parte del programma elettorale, già stilato e che avevano accettato, condiviso e sposato, anche Salvatore Ciuccio, Ludovica Di Meglio e Paola Mazzina, la Primavera andò in sofferenza, rendendosi conto che Capresi Uniti avrebbero vinto le elezioni, mettendo fine a quest’amministrazione ed a tutto ciò che ruotava intorno a loro, insomma il tempo delle vacche grasse era destinato a finire. Dopo il diniego di Marino Lembo a capeggiare la lista della Primavera, questi non sapevano più cosa e come fare, e dopo i vari dinieghi a candidarsi a sindaco di persone come Augusto Federico e Vincenzo Iovino, due professionisti stimati e di spessore, consapevoli che neanche loro potevano più salvare l’insalvabile, le lobbies della Primavera inziarono a solleticare il sindaco di Anacapri Franco Cerrotta, affinchè davanti alla sua candidatura a Capri Marino Lembo capitolasse ed accettasse il patto con il diavolo, divenendo il candidato a sindaco della Primavera. La storia però non andò così, a nulla valse una discesa di Franco Cerrotta a Capri per intimidire Marino Lembo e rompere il patto politico stretto e firmato con Ciro Lembo. La discesa a Capri di Franco Cerrotta venne vista come quella del mammasantissima che invitava Marino Lembo a tornare sui suoi passi, a lasciare solo Ciro Lembo e a non rispettare l’accordo elettorale. Franco Cerrotta dovette rendersi conto che non c’era nulla da fare e nell’intento di realizzare un progetto da 120milioni di euro come il metrò che avrebbe dovuto collegare Marina Grande con Anacapri si spese alla ricerca di candidati credibili, che sfuggirono alle lusinghe anche della Primavera, che si era trasformata in un malato terminale attaccata ad un macchinario che la faceva ancora respirare.

 

 

Tutti no a candidarsi e quindi alla fine, raschiando il barile, la Primavera ha trovato la disponibilità a candidarsi di Costantino Federico, un vecchio sindaco ed imprenditore della comunicazione, che era l’unico disponibile, l’unico che offriva il mercato della politica. La Primavera, che poteva insegnare comunicazione agli altri, trasformò la sua compagine in Capri Vera, insomma si cercava di barcamenarsi tra le poche cose buone che aveva fatto ed una nuova immagine su quello che prometteva di fare, così si sarebbero presi una parte dei voti del 2014 aggiunti ai nuovi consensi, ma così non è stato. A questo punto tutto era chiaro il nemico politico da far crollare non era più Marino Lembo, bensì Ciro Lembo, questo per Franco Cerrotta che voleva realizzare a qualsiasi costo il metrò a discapito di Capri che lo avrebbe subito e di cui Ciro Lembo non voleva neanche sentir parlare, e per Costantino Federico che era stato messo in naftalina chiudendo la sua vita politica quindici anni fa proprio da Ciro Lembo. Capresi Uniti e Capri Vera, con candidati a sindaco Marino Lembo e Costantino Federico avevano preparato e presentato le proprie liste. Capresi Uniti: Costanza Cerrotta, Salvatore Ciuccio, Maria Colella, Anna De Simone, Ludovica Di Meglio, Girolamo Di Salvo, Bruno D’Orazi, Ciro Lembo, Paola Mazzina, Enrico Romano, Claudia Torelli e Gian Giuliano Tortoriello. Sul fronte di Capri Vera Giovanni De Martino sindaco uscente, Roberto Bozzaotre vicesindaco uscente, Maria Rosaria Apicella che si era dimessa dal porto turistico dove sedeva come consigliere d’amministrazione, Giancarlo Benetello, Margherita Cacace Melania, Esposito Paolo Falco consigliere delegato alla sanità uscente, Sergio Federico, inquisito per falsi in atto pubblico ed imparentato con Marino Lembo avendone sposato la nipote, fermo restando che il nucleo familiare ha girato le spalle al geometra restando saldo dalla parte del canidato sindaco dei Capresi Uniti, Patrizio Messercola, del Comitato per l’ospedale, Roberta Ruggiero, Pierluigi Salvia a cui la Primavera aveva dato un posto nel consiglio di amministrazione della Capri Servizi, e Tiziana Semonella. I comizi di entrambe le liste e non ultimi i video postati sui social vedevano incentrata la discussione di Capri Vera contro Ciro Lembo visto come il male di tutto e con attacchi che ruotavano quasi sempre su di lui, mentre i Capresi Uniti parlavano dei problemi da risolvere, fino a che non si sono palesate le ingerenze di Franco Cerrotta, che aveva invitato per poter realizzare il metrò da 120milioni di euro ogni anacaprese che aveva amici e parenti che votavano a Capri a votare per Capri Vera, un’ingerenza politica che mai si era vista prima e che si rafforzò con centinaia di telefonate ai capresi per ottenere lo stesso risultato. A ciò in campagna elettorale Ciro Lembo era stato sbeffegiato per il suo non corretto esprimersi in italiano, offese da parte di Franco Cerrotta agli abitanti di Marina Grande che erano contrari al metrò dicendogli che un caffè glielo pagava lui e facendoli sembrare quasi dei pezzenti. Per tutta risposta Ciro Lembo ha in un momento che non è riuscito a controllarsi ha paragonato Anacapri per colpa del suo sindaco ad un comune mafioso della Calabria. Ad affiancare Ciro Lembo, ormai stufi di questa pressione, nell’ultimo comizio in piazzetta, seppur con parole diverse, chiarendo che ingerenze e metrò non ne volevano a Capri, i candidati Marino Lembo, Salvatore Ciuccio, Ludovica Di Meglio e Paola Mazzina. I cittadini hanno votato e bocciato la Primavera con una sconfitta di cui ancora oggi non si sono resi conto del perchè e del per come, consegnado Capri in mani sicure, come ha detto un elettore della Primavera che ha votato Capresi Uniti, a Marino Lembo eleggendo in ordine di lista: Salvatore Ciuccio, Anna De Simone, Ludovica Di Meglio, Bruno D’Orazi, Ciro Lembo, Paola Mazzina, Enrico Romano, Gian Giuliano Tortoriello. Non sono stai eletti ma comunque restano in Capresi Uniti gomito a gomito con i compagni di lista con cui colleboreranno: Costanza Cerrotta, Maria Colella, Girolamo Di Salvo, Claudia Torelli.
Marino Lembo si appresta alla nomina degli assessori ed a conferire le deleghe a coloro che non rientreranno in giunta ed a scegliere il Presidente del Consiglio Comunale che ha un ruolo di responsabilità e strategico. La sconfitta di Capri Vera ha registrato un dato inaspettabile, ovvero che il sindaco uscente Gianni De Martino non è entrato neanche in uno dei quattro scranni riservati all’opposizione dove siederanno Costantino Federico, Roberto Bozzaotre (ultimo degli eletti dopo cinque anni di vicesindacato), Melania Esposito e Paolo Falco. Abbandonano ogni velleità di andare in Consiglio Comunale Maria Rosaria Apicella, Giancarlo Benetello, Margherita Cacace, Sergio Federico, Patrizio Messercola, Roberta Ruggiero, Pierluigi Salvia e Tiziana Semonella. Appena Marino Lembo ha vestito la fascia di sindaco di Capri il sindaco di Anacapri Scoppa, spinto da Franco Cerrotta, ha sollevo un problema politico tra Capri ed Anacapri, ovvero la fine delle relazioni istituzionali tra i due comuni se non arriveranno le scuse dell’amministrazione caprese al comune di sopra. Il problema l’ha risolto Ciro Lembo con un video dove rappresenta quanto detto da Franco Cerrotta contro gli abitanti di Marina Grande e contro quello che tutti hanno lottato ponendolo al centro della campagna elettorale. Ciro Lembo, per l’accostamento con il comune calabrese, ha chiesto scusa agli anacapresi ma non a Franco Cerrotta. Intanto Marino Lembo in queste ore si appresta a nominare la giunta e le altre cariche della sua amministrazione (deleghe ai consiglieri e presidenza del Consiglio Comunale). In tutta questa travagliata campagna elettorale ha inciso fortemente Silvio Staiano che alla Primavera non ha lasciato neanche un millimetro di spazio, contribuendo al suo sfascio ed alla caduta libera di Capri Vera smascherando riciclaggi elettorali e innumerevoli falsità.
Capri si aspetta molto da Marino Lembo che da quando insediatosi si è trovato già davanti a disastri e irregolarità su diversi fronti. Per quanto riguarda la Capri Servizi e la Porto Turistico di Capri Spa la linea che seguirà Capresi Uniti è di inviare società di revisione per smascherare spese allegre e che non andavano fatte, mettendole in piazza, fermo restando il cambio dei consigli di amministrazione che verranno azzerati.

 

L’ESITO DEL VOTO: