Cos’è la mafia. Per la risposta a questa domanda bisogna territorialmente spostarsi in comuni dove il nome Capri non è famoso come il loro, comuni questi dove la mafia gestisce ed esordisce a condizionare anche la politica scegliendo sindaci e quant’altro che sono asserviti e funzionali al loro potere e devono fare quello che la mafia decide vada fatto senza se e senza ma. Il prescelto, colui che viene posto nelle posizioni politiche di rilievo dal sistema mafioso, semmai dovesse cambiare idea verrebbe eliminato fisicamente.
A Capri, invece, la mafia è quel sistema politico affaristico imprenditoriale che si intreccia in un abbraccio mortale e che non vuole mollare quanto conquistato, il potere, il soldo anzi i tanti soldi, una mafia che non spara e certamente non lo farebbe mai e tantomeno farlo in faccia. La mafia caprese è quella che nel bel mezzo di una competizione elettorale lancia i suoi messaggi non con i pizzini alla Provenzano bensì in altro modo.
Martedì scorso il sindaco di Anacapri, Franco Cerrotta, è sceso dal suo regno, il comune di sopra, per andare a far visita nel palazzo della politica caprese, alla “crocchia” che sta cercando di salvare quel che resta della Primavera, quella povera Primavera che è in balia della magistratura ed ha il merito di aver raccolto un dissenso elettorale senza precedenti. Senza precedenti perché non si è mai visto come si apostrofano i suoi esponenti con il sorriso sulle labbra che neanche loro si voterebbero nella cabina elettorale, perché consci di non essere stati quel che dicevano di essere nel 2014, ma invece sono i responsabili del degrado di Capri, quella Capri tanto decantata prima e che con l’avvento della Primavera è diventata un paesino di provincia abbandonato.
Un mercoledì che resterà nella storia della politica caprese.
Il sindaco di Anacapri Franco Cerrotta è sceso a Capri per andare in visita al Comune quando gli uffici erano chiusi, non per una riunione istituzionale ma per lanciare un vero e proprio segnale mafioso. Ad attendere Franco Cerrotta il suo collega caprese Gianni De Martino, si quel Gianni De Martino che ha difeso pur in presenza di un arresto i suoi delfini armati di compassi e squadrette, come l’architetto Massimo Stroscio, coinvolto ancor oggi in una sporca vicenda, e non solo, di una truffa edilizia operata da un costruttore che lavora per i lavori pubblici ancor’oggi del Comune di Capri come se fosse la migliore impresa e che con il contagocce viene beneficiato di incarichi. Sembra quasi che a Capri per lavorare con il pubblico è bene commettere qualche reato e prendere in giro qualche Magistrato, perché a conti fatti non ci si ritrova come ovunque. Quel Gianni De Martino che tutti credevano estraneo alla vicenda di Villa Faraglioni e dove, invece, è saltato fuori che pur essendogli vietato dalla legge mandava parcelle per perizie che non poteva e non doveva fare. Quel Gianni De Martino che all’esordio della sua storia politica si era costituito subito parte civile contro un dipendente comunale ed invece, non l’ha fatto nello stesso modo nei riguardi di Massimo Stroscio, così come non l’ha fatto, perché non vuole farlo, per tecnici suoi sostenitori per un falso condono a Dentecala.
Oltre a Gianni De Martino non poteva mancare il delfino dell’immondizia come ormai lo chiamano: Costanzo Cerrotta, in prima fila, a fianco del sindaco di Anacapri, al quale la natura gli ha dato la sorte di esserne il fratello e che è ritenuto tra i deus ex machina, una delle menti dell’attuale sindaco caprese che mentre in campagna elettorale spiattellava ad amici e parenti che tra le prime cose non lo avrebbe più messo alla Capri Servizi l’ha invece poi confermato anche grazie al fatto che il fratello del sindaco di Anacapri lavora tutto il giorno gratis. Si vede che sarà molto, molto benestante, tanto da poter lavorare senza guadagnare nulla e certamente non è uno che ruba.
A questi personaggi non potevano mancare Fabio Ferraro, l’anti caccia della Primavera, un vero vegano, che tiene a sottolineare che per lui Gianni De Martino è la persona più onesta che abbia mai conosciuto. Un anti caccia che però viene dimenticato in campagna elettorale, per timore che i cacciatori non votino persone come Fabio De Gregorio che fa da contro altare per recuperare voti tra quelle fila. Addirittura questi, grande amante degli animali, non ha fatto nulla per vietare gli scoppi che fanno tremare la montagna con i fuochi d’artificio e che almeno in un caso, provocano la morte di un cane, spaventano giusto per stare in argomento, come si suol dire, a morte. “Fate quel che dico ma non quel che faccio” e con tutto che questi ha la delega agli animali. Fabio De Gregorio, che è stato l’artefice della pedana per i disabili in via Acquaviva, che permette loro l’uscita dalla funicolare e l’accesso ai servizi igienici, lo stesso che si è dimenticato dello scivolo subito dopo l’inaugurazione con foto in bella mostra sui giornali. La pedana, dopo aver fatto la sua parte, a distanza di qualche mese si è vista danneggiata dalle stesse carrozzelle in qualche piccola parte, ed invece di sostituirle con delle nuove ne sono state asportate da altre parti meno vistose e forse non indispensabili, ma con il passar del tempo, se si va a vedere com’è oggi, la pedana è apostrofabile e comparabile ad un colabrodo.
E’ scattato, per la riunione degli strateghi, della politica dal porto turistico anche Costantino Esposito, delfino di Antonino Esposito, recentemente raggiunto da una comunicazione giudiziaria per presunti brogli, e per le assunzioni al porto turistico in piena epoca primaverina, dove i meritevoli, chi aveva i titoli e le carte a posto, sarebbe stato scavalcato, dagli amici di. A una riunione del genere non poteva non partecipare Roberto Bozzaotre, il vicesindaco che spesso dispensa parole di saggezza sui social, e che ben si guarderebbe dal dire di intascare lo stipendio per essere vicensindaco ed assessore, cosa questa di cui a gran voce la Primavera aveva accusato i suoi avversari nel 2014 e principalmente il duo Mariniello e Coppola, per poi far peggio, ovvero negare l’evidenza. Un Roberto Bozzaotre che ben si guarderebbe dal solo pensare di indossare la fascia di sindaco o di farsi il sogno, perché la sua poca umiltà e grande arroganza sarebbe un suicidio politico per chi potrebbe proporsi ad essere il sindaco di tutti. Ultime ma non per importanza le figure del capogruppo della Primavera ed assessore Antonino Esposito, che ha le sue grane giudiziarie a quanto si vocifera negli stessi corridoi della Primavera, ma che sarebbe riuscito a farla franca, accompagnato dall’astro nascente della legge caprese, l’avvocato seppur giovane ma di grande spessore Diego Staiano, che pur portando il nome del grande calciatore napoletano è il presidente del club juventino. Una bella chiacchierata nella stanza di Gianni De Martino senza nessuna donna in mezzo ai piedi, tanto sembra che di belle non ce ne siano e poco contano, per stabilire la strategia e come convincere con le buone o le cattive Marino Lembo, a rivedere il suo corso politico. Cinque giorni di tempo e non più per dare il benservito dalla sua lista a Ciro Lembo, lo chiede la Primavera, che gli ha fatto capire in tutti i modi che lo vorrebbe come suo sindaco, lo vuole Franco Cerrotta, anzi lo pretende. A riunione finita, giusto per lanciare un messaggio chiaro e preciso, caffè e pasticcini in un bar della piazzetta. Era importante che tutti questi strateghi della politica isolana fossero visti, affinchè il messaggio potesse arrivare chiaro e roborante a Marino Lembo.
Franco Cerrotta non ha mai visto con gradimento Ciro Lembo, anzi sarebbe pronto ad appoggiare Marino Lembo e chiunque altro a condizione di pensionarlo, di far chiudere la sua storia politica. Anche, perché, Ciro Lembo è tra gli acerrimi ostacolatori del fantasioso progetto da 120milioni di euro di realizzare la Metrò per collegare Marina Grande con il centro di Anacapri.
E chi se ne frega se Marina Grande per tre anni dovrà chiudere le attività per questi polverosi e rumorosi lavori e vedrà i commercianti sul lastrico, modificando tra l’altro, come una ferita non più rimarginabile, l’economia di tutta Capri. Per non parlare poi degli immobili, dove sono state previste ingenti somme nel progetto, che verranno danneggiati dai lavori. La Primavera ha da sempre sostenuto questo progetto parlando di una scelta coraggiosa per modernizzare l’isola. Probabilmente per la Primavera una scelta coraggiosa era anche dare la gestione di via Krupp ai privati, con pontili galleggianti, macchinine tipo micro taxi che salivano i turisti dall’Arsenale in piazzetta, far pagare ad isolani e turisti un biglietto d’ingresso per percorrere una grande opera di ingegneria naturalistica quale via Krupp. E menomale che per via Krupp Marino Lembo con il suo gruppo di consiglieri e tanti, tantissimi cittadini, ha bloccato questa malsana idea che davanti ad un referendum ha visto la Primavera ripiegarsi con la coda tra le gambe. E’ la prima volta nella storia dell’isola che un sindaco di uno dei due comuni entri nelle vicende politiche dell’altro, ma il progetto del Metrò fa troppo gola e per questo lo vogliono a tutti i costi, anche rinnegando amicizie e rapporti politici storici come quelli tra Franco Cerrotta e Marino Lembo, che se oggi si sono incrinati lo è stato proprio per la questione Metrò. Metrò dove in Consiglio Comunale Marino Lembo votò a favore ponendo alcune condizioni, che poi di fatto rappresentavano dire di no, ma non in modo violento, bensì con garbo. Basti pensare, per rendersi conto come è importante per Franco Cerrotta ed i sostenitori primaverini, la Metrò, che durante quel Consiglio Comunale, per il voto contrario, Salvatore Ciuccio, venne minacciato dal sindaco di Anacapri durante l’assise della politica caprese. Una cosa che turbò molto, non solo Salvatore Ciuccio ma, anche Marino Lembo che in qualità di capogruppo e non solo in quanto a legarli è un rapporto di stima ed amicizia alzò il telefono e gli disse di non permettersi mai più di fare una cosa del genere.
La Primavera ha chiesto aiuto a Franco Cerrotta, messosi subito a disposizione, per allestire qualsiasi cosa ed anche a candidarsi a Capri come sindaco, per sganciare da Marino Lembo l’ex sindaco Ciro Lembo, che ammettendo i suoi errori politici ad aver contribuito alle scorse amministrative significativamente alla vittoria della Primavera, con cui dopo poco si è rotto a causa della lontananza del Municipio, della politica arrogante e saccente dalla cittadinanza, perché ciò avrebbe una conseguenza. Se Marino Lembo si sganciasse da Ciro Lembo quest’ultimo per non sparire politicamente sarebbe costretto ad allestire una lista per le prossime elezioni, certo con fatica ma comunque allestire una compagine politica e Marino Lembo sarebbe costretto ad accogliere qualche primaverino, tipo Bozzaotre nella sua lista realizzando un marchio elettorale un po’ suo e un po’ di Primavera.
La minaccia politica, che, dimostra bene come davanti alla questione Metrò, che costerà, 120milioni di euro (ma non basteranno) e rappresenta cinque notti insonni, non verrà certamente raccolta da Marino Lembo perché, a differenza di tanti, questi è un politico leale e mai potrebbe allearsi con la Primavera, mai condividere il disastro di chi voleva cambiare Capri ed è stato invece l’artefice proprio di un disastro. Tra l’altro, Ciro Lembo, che nel 2014, all’ultimo momento prima della presentazione delle liste, lo tradì con una serie di scuse, in tutta questa fase elettorale, si è dimostrato affidabile e, certamente molto di più del cardiologo, persona legata particolarmente da grande affetto ed amicizia, che mise nero su bianco che Marino Lembo era l’unico candidato sindaco per lui possibile per poi girargli le spalle e far parte del disegno della Primavera candidando il figlio. Franco Cerrotta un merito lo ha. Ovvero, che anche chi non condivideva la scelta operata da Marino Lembo e dal suo gruppo consiliare di candidare Ciro Lembo nella lista, riconoscendogli un ruolo di vicesindaco per la sua storia politica, ora più che mai per l’arroganza del sindaco di Anacapri e della Primavera, vuole a gran voce che Ciro resti in lista. Chissà quali sono gli interessi, oltre a quelli di apparare reati edilizi di componenti della Primavera e non solo, che in buona parte non ancora scoperti dall’autorità giudiziaria, per i quali l’attuale amministrazione comunale vuole accontentare Franco Cerrotta nel realizzare il progetto della Metrò spendendo oltre 120milioni di euro.
Tra l’altro, il calcolo che non si è fatto Franco Cerrotta, che probabilmente crede di essere il re di Anacapri, dove i cittadini sono sciocchi sudditi, è che gli anacapresi potrebbero prendersela a male di questa candidatura a Capri e che ciò potrebbe spingere anche qualcuno a candidarsi iniziando a ricordare che tutta l’operazione del Nettuno è stata fatta durante il suo mandato di sindaco di Anacapri e non ha fatto nulla per evitarla e nella lista recentemente presentata per le elezioni comunali, c’è un consigliere comunale che è stato raggiunto da comunicazione giudiziaria, quale Massimiliano Ferraiuolo, che è l’unico che è stato ricandidato rispetto all’amministrazione ancora in carica. Ad Anacapri Franco Cerrotta funziona perché è riuscito a creare una sorta di feudo, ove gli unici oppositori sono una corte dei miracoli che gestisce come vuole e che qualche volta per far vedere potrebbe chiedergli di votare contro di lui. Ma Capri è un’altra cosa, ad esempio il comune unico a favore degli anacapresi, i capresi che hanno l’altra metà dell’isola non lo vogliono come d’altronde non lo vogliono gli anacapresi, dove la Metrò gli anacapresi la vogliono perché il re l’ha proposta e quindi non gli si può dire di no tra le migliaia di abusi edilizi e che, invece, i capresi non vogliono e non vorranno mai. La lista annunciata da Franco Cerrotta per le prossime elezioni amministrative non è giudicata di spessore, almeno politico, e c’è chi giura che l’ha voluta così per dimostrare che lui può governare come dove e quando vuole, ma, a Capri rischia di fare la fine della Primavera sulla via Krupp, ovvero, tornarsene ad Anacapri con la coda tra le gambe.
Eppure, quando vi fu la riunione al centro congressi indetta dal gruppo Avanti Capri e dal suo capogruppo Marino Lembo, in cui intervenne Franco Cerrotta e Gianni De Martino, il primo bacchettò il secondo dicendogli chiaramente che ad Anacapri, per salvare nei limiti della legge dagli abbattimenti gli abusi di necessità al Comune di Anacapri, si usano gli atti proposti e votati in Consiglio Comunale proprio da Marino Lembo e sottolineando come il sindaco di Capri diceva sciocchezze.
Per realizzare la Metrò, che non fa dormire il re di Anacapri, si è pronti a rinnegare la preparazione, non solo politica, di Marino Lembo, davanti a quella di un sindaco che non verrà ricordato se non per aver speso mezzo milione di euro per mettere l’erba, e per giunta in forte ritardo, al campo sportivo.
Certamente, quello che è palese è che Marino Lembo si candida a sindaco di Capri per porre rimedio ai disastri della Primavera e per condividere e sostenere i cittadini attanagliati da tanti problemi e da quelli che la Primavera aveva illuso a risolvere problematiche, che poi sono rimaste irrisolte. Primavera che a conti fatti ha pensato più ai fatti propri che a quelli della cittadinanza visto che Capri all’inizio della stagione turistica si presenta male, molto male, ed i cittadini se ne rendono conto quotidianamente.
Inoltre, è ovvio che Marino Lembo, avulso ai ricatti anche della politica, non straccerà l’accordo politico sottoscritto con Ciro Lembo, anzi oggi più che mai, non potrebbe mai balenargli un’idea del genere perché non avrebbe per lui senso di fare il sindaco di Capri, di quella Capri che con i suoi concittadini che, dopo il voto del 2014, hanno capito di essere stati protagonisti di un raggiro politico e che, invece di trovarsi vicino i componenti della Primavera, si sono trovati solo lui, chiedendogli, in questi cinque anni di candidarsi per rimettere le cose a posto rispetto all’operato della Primavera.