La vicenda del costruttore caprese Biagio Gargiulo e delle sue grane giudiziarie davanti al conferimento di incarichi a cura ed opera del responsabile dei lavori pubblici del Comune di Capri, il geometra Vincenzo Matassa, sta creando non pochi malumori. Malumori dettati dal fatto che, pur dopo quanto si è verificato ad opera del costruttore Biagio Gargiulo, in danno dell’autorità giudiziaria e del Comune di Capri, con un falso ripristino di opere abusive private, la ditta di cui questi oltre ad essere socio è l’anima e che da anni esegue lavori pubblici per l’ente pubblico, il geometra Vincenzo Matassa gli ha conferito altri incarichi. Quello che si chiede un comune cittadino è come mai un’impresa, un costruttore, che si è macchiato di gravi reati e tra cui un falso in danno della Magistratura e dei Carabinieri, cercando di fregarli con un raggiro, sia ancora un’impresa di fiducia del Comune di Capri e forse un’impresa di fiducia del geometra Vincenzo Matassa, che solo pochi giorni fa, ha testimoniato che il suo collega d’ufficio, l’architetto Mario Cacciapuoti è stato minacciato dal costruttore e che è stato pertanto denunciato. Lo stesso costruttore che oggi è sottoposto all’obbligo di firma presso la Stazione Carabinieri di Capri per altri fatti. Veniamo ai fatti. La vicenda vede protagonisti Biagio Gargiulo con l’ex responsabile dell’ufficio di edilizia privata del Comune di Capri Massimo Stroscio e Silverio Paone, proprietario dell’immobile oggetto del reato contestato dalla Magistratura. Il 7 agosto dello scorso anno a seguito di complesse indagini dei Carabinieri della Stazione di Capri insieme a quelli della Compagnia Carabinieri di Sorrento, su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli, Pubblico Ministero Maria Carolina De Pasquale, accolte dal gip del Tribunale di Napoli Isabella Iaselli trassero in arresto, portandolo ai domiciari, l’architetto Massimo Stroscio, a cui recentemente è stata convertita la misura cautelare in divieto di dimora a Capri. La vicenda giudiziaria nasce da lavori abusivi eseguiti in un appartamento dell’imprenditore Silverio Paone in zona Cercola, che scoprirono i Carabinieri della Stazione di Capri, apponendo i sigilli. L’abuso bloccato dai Carabinieri non era visibile dalla pubblica strada e quindi in molti ritennero che l’informatore dei militari fosse tra gli operai dell’impresa caprese, anche, perchè il movimento di materiale edile era giustificato da lavori pubblici realizzati sulla strada parallela all’appartamento. Dopo il sequestro degli abusi il proprietario dell’appartamento chiese il ripristino dello stato dei luoghi che eseguì il costruttore Biagio Gargiulo, vale a dire riempire un locale di 38 metri quadrati che era stato ricavato in modo illegale per ampliare la villa. Dopo la comunicazione fatta dal proprietario alla magistratura che il ripristino era stato eseguito, l’ex capo dell’ufficio tecnico Massimo Stroscio, con un Maresciallo dei Carabinieri della Stazione di Capri, si recarono sul posto per verificarne l’avvenuto ripristino. L’architetto Massimo Stroscio fece eseguire agli operai un solo foro su una parete molto lunga, che celava il volume di 38 metri quadrati dichiarato riempito, in un punto ben preciso, affermando che il ripristino era stato fatto. Dopo un po’ di giorni i Carabinieri della Stazione di Capri con il Comandante, tornarono alla villa di Silverio Paone per verificare la veridicità di una soffiata, ma invece che con l’ex capo dell’ufficio tecnico Massimo Stroscio ci andarono con l’ingegnere Salvatore Rossi, che richiese la necessità di effettuare più fori in punti diversi, così venne scoperto che effittivamente il ripristino non era stato fatto, e che il volume non era stato riempito, probabilmente perchè con il passar degli anni sarebbe potuto diventare un nuovo volume da annettere alla villa. Infatti, su 38metri quadrati Massimo Stroscio fece un saggio di soli 55 centimetri, invece l’ingegnere Salvatore Rossi rese quella finta parete un colabrodo. In quella occasione quest’ultimo fu nominato, “ausiliario di polizia giudiziaria”, vincolandolo all’obbligo del segreto istruttorio, quindi senza poter riferire neanche una parola a chicchessia, neanche al suo dirigente, che, però fece di tutto per poter avere notizie. In effetti in quella villa dove non ci sarebbero dovuti più essere i volumi abusivi in corrispondenza (così si legge nelle carte della magistratura) del foro praticato a marzo, era stato realizzato un manufatto di soli 55 centimetri di larghezza e due metri di altezza, con sponde di legno e riempito in terra, un baldacchino in corrispondenza del foro praticato in occasione della prima verifica, che ha tratto in inganno gli inquirenti. Era una sorta di microripristino dello stato dei luoghi da utilizzare come specchietto per le allodole (dove le allodele erano il Magistrato e i Carabinieri della Stazione di Capri ndr). C’è la concreta possibilità che tali condotte non costituiscano un caso isolato, vista la professionalità e l’acutezza delinquenziale dimostrata da soggetti pur incensurati. Da qui la denuncia a carico del costruttore caprese Biagio Gargiulo, dell’ex responsabile dell’ufficio di edilizia privata del Comune di Capri Massimo Stroscio e Silverio Paone, proprietario dell’immobile oggetto del reato, per aver reso false dichiarazioni al magistrato attestando il ripristino. Il Pubblico Ministero Carolina De Pasquale chiese al Gip Isabella Iaselli l’arresto degli indagati che venne autorizzato il 7 agosto.Biagio Gargiulo, secondo a quanto riferito a fonti vicine allo stesso, si è preso tutte le responsabilità, scagionando Stroscio e Paone, e sarebbe pronto a sopportare il processo davanti ad una condanna certa che potrebbe ridimensionare con il patteggiamento o in seconda analisi con il rito abbreviato, perchè avrebbe ingannato la magistratura. Ma tutto ciò senza fare i conti con l’oste, ovvero con il Pubblico Ministero Carolina De Pasquale che dovrà scegliere se accogliere la tesi di Biagio Gargiulo, scagionando Stroscio e Paone, o chiedere al Gip in base alle prove raccolte di mandare tutti a giudizio a sedere sul banco degli imputati. Anche, perchè se Stroscio verrà prosciolto nonostante abbia ordinato in sede di prima verifica del ripristino dell’abuso di bucare solo dove Biagio Gargiulo aveva creato una sorta di falso telaio sarebbe una coincidenza poco credibile, ed, ancor più Silverio Paone, proprietario dell’appartamento al quale sarebbe stato salvato il volume oggetto del ripristino non fatto di 38 metri quadrati, senza dirgli nulla e senza chiedergli alcunchè economicamente, Biagio Gargiulo sarebbe eletto il nuovo Babbo Natale (così come tra barba folta e bianca e camicia rossa viene apostrofato da diversi bambini) e lo sarebbe anche per Paone. Massimo Stroscio, potrebbe anche ritornare al lavoro a Capri, anche se non verrà prosciolto, senza però avere alcun incarico di responsabilità e ciò potrà accadere nel momento in cui le esigenze del divieto di dimora dovessero venire meno ed andare davanti al Gip. Il Tribunale di Napoli, su richiesta del costruttore caprese Biagio Gargiulo, ha convertito il divieto di dimora a Capri con l’obbligo di firma. Infatti, Biagio Gargiulo se pur esiliato ad Anacapri per circa sei mesi ha potuto far ritorno nella vicina Capri, dove ci sono i suoi legittimi interessi, quale costruttore, e la sua abitazione che condivide con i familiari, dovendosi però presentare tutti i giorni alla Stazione Carabinieri di Capri, per la firma del registro dei sottoposti a misure di prevenzione. Ma la vicenda di Biagio Gargiulo si complica per una denuncia sporta contro di lui per minacce dall’architetto Mario Cacciapuoti, secondo il costruttore reo di aver fatto un sopralluogo disposto dalla Magistratura con i Carabinieri della Stazione di Capri presso la sua abitazione e il suo luogo di ritrovo chiamato la barracca, evidenziando una lunga serie di abusi per i quali il Comune di Capri, l’ingegnere Salvatore Rossi, che attualmente occupa il posto dell’ex responsabile dell’edilizia privata e lavori pubblici, il defenestrato Massimo Stroscio, che ha emesso le ordinanze di sequestro, abbattimento ed atti conseguenziali. Ovviamente se è vero che il geometra Vincenzo Matassa come si vocifera fortemente al Comune, ha confermato le minacce nei confronti di Cacciapuoti, che tra l’altro e non è cosa di poco conto ha operato quale ausiliario di polizia giudiziaria, la posizione del costruttore Biagio Gargiulo si complica perchè aver ricevuto dal divieto di dimora l’obbligo di firma è un atto di fiducia della Magistratura e per questa cosa potrebbe essere messa in discussione dal Magistrato.
Tornando all’affidamento di lavori pubblici così come sta continuando a fare il geometra Vincenzo Matassa e come prima di lui, allo stesso posto, a capo dei lavori pubblici del Comune di Capri, faceva l’architetto Massimo Stroscio, con la sua storia giudiziaria sembra quasi che venga favorito il costruttore caprese rispetto ad altre aziende isolane che si sono sempre comportate in modo integerrimo e certamente non hanno comesso reati così gravi come quelli che può annoverare da meno di un anno Biagio Gargiulo.
I mal pensanti insinuano che Biagio Gargiulo potrebbe far paura ad un tecnico comunale della portata di Vincenzo Matassa che gli sta dando lavori e soldi delle casse comunali, perchè non ha collaborato con le indagini e che potrebbe spiegare qualcosa che finora non è mai saltato fuori. Vincenzo Matassa è stato coinvolto in inchieste come quella sul Sistema Capri dei Giudici Woodcook e Carrano, dalle cui indagini si leggerebbe anche di una tangente pagata a questi per un lavoro e che però non lo ha visto, perchè probabilmente infondata, mai sul banco degli imputati. Vincenzo Matassa è il deux ex machina dei lavori pubblici con affidamenti senza alcuna gara di appalto per centinaia di migliaia di euro l’anno che distribuisce a chi vuole lui ed alle imprese che ruotano intorno a lui per l’incarico istituzionale che ricopre.

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