Dopo l’inchiesta della Tenenza della Guardia di Finanza di Capri, diretta dal Luogotenente Pietro Varlese, che ha interessato entrambi i Comuni isolani, il Comune di Anacapri a fronte di una complessa procedura ed all’approvazione di un apposito regolamento, ha messo ordine nella materia per quanto riguarda l’enfiteusi, il pagamento dei canoni arrestrati e quant’altro. Il Comune di Anacapri sta incassando anche somme non esorbitanti ma quelle che dalla Stato sono ritenute giuste ed i cittadini sanando la loro posizione, visto che da decenni non vengono pagati i canoni per l’enfiteusi, sono soddisfatti di tutta questa procedura. A Capri, dove invece, il Comune si era mosso già nel 2013 dando apposito incarico a Gianni De Martino, quando questi non era ancora sindaco, per rilevare tutti i terreni che erano in enfiteusi, solo che l’attuale primo cittadino, invece, di andare ad acquisire i dati all’Archivio di Stato, preferì rivolgersi al Catasto, trovando ben poco e senza certezza delle proprietà comunali soggette a canoni e livelli, quindi ad enfiteusi. Le indagini della Guardia di Finanza della Tenenza di Capri hanno accertato che il Comune di Capri, con tutto che il primo cittadino era a conoscenza della problematica da sistemare avendone ricevuto un preciso incarico professionale l’anno antecedente alla sua elezione, hanno determinato una sorta di menefreghismo consolidato, con grave danno per l’ente pubblico e per questo motivo della materia se ne sta occupando la Corte dei Conti. Da qualche mese l’amministrazione comunale della Primavera sta cercando di correre ai ripari, dando incarico ad una figura interna di sua fiducia, che si è studiato tutta la materia sconosciuta ai più, l’architetto Mario Cacciapuoiti, di redigere il regolamento affinchè il Comune di Capri possa recuperare i canoni non corrisposti almeno degli ultimi cinque anni e procedere alla cessione dei diritti di enfiteusi. Il regolamento che è stato predisposto, in effetti in buona sostanza, è quello degli altri comuni che hanno sanato la posizione dei cittadini incamerando somme nella casse comunali. Quello che è degno di grande preoccupazione è l’articolo 4 al comma 5 che prevede qualora i terreni da affrancare risultassero mutati nella loro primordiale destinazione d’uso, (da terreni agricoli e/o uliveti e/o silvopastorale ad edificazione abusiva), si attiverà nei confronti del richiedente la procedura di risarcimento danni con nessun obbligo dell’ente locale di variare da PRG la destinazione urbanistica del sito, attivando viceversa per l’edificato abusivo, la procedura di demolizione ad horas dei manufatti abusivi, al fine di ridisegnare il primordiale assetto territoriale paesistico dei luoghi con la naturale destinazione urbanistica/catastale (agricolo e/o uliveto e/o silvopastorale). Questo comma dell’articolo 4 provocherebbe inanzitutto una sostituzione di un regolamento alle leggi dello Stato cosa questa non possibile e comunque un danno per il cittadino che probabilmente ha acquistato un terreno su cui pende un condono senza che sapesse essere decine di anni fa in enfiteusi, cosa questa grazie a notai truffaldini che è sparita dai titoli di proprietà. Ad intervenire a favore dei cittadini il consigliere comunale Salvatore Ciuccio che da una prima analisi del regolamento proposto dagli uffici dell’amministrazione comunale ha tenuto a chiarire la sua posizione studiando procedure, cause ed effetti della materia. “Preliminarmente occorrerà procedere, anche a mezzo incarico a professinisti specializzati in materia a porre in essere una massiva azione di ricognizione generale di tutte le particelle sulle quali insistono diritti reali di godimento quali livelli, usi civici, enfiteusi. E’ chiaro che si dovrà procedere attraverso una ricerca storica da effettuarsi presso l’ Archivio di Stato dove esiste tutta la documentazione storica e non condizionata da eventuali errori successivi di trascrizione. L’Archivio di Stato assume natura probatoria e, quindi, contrariamente al Catasto, fornisce prova certa della titolarità giuridica di un immobile in capo ad un soggetto. Nelle more è opportuno regolamentare la materia relativa al diritto di affrancazione e non appena approvato il regolamento bisognerà pubblicare un avviso, dandone massima divulgazione, con il quale si darà comunicazione a tutti gli interessati della possibilità di chiedere al Comune l’affrancazione dei livelli ed altri diritti reali di godimento. Nel merito del regolamento presentato in commissione Statuto e Regolamenti per poi discuterlo ed approvarlo in Consiglio Comunale, si fa rilevare che nella fase istruttoria manca uno step importante, ossia, nel caso la pratica non si presenti completa o dubbia, bisognerà prevedere a richiedere al cittadino un’integrazione della stessa e non procedere, pertanto, all’immediato diniego così come sancito dalla proposta di regolamento presentato. Il tutto nell’ottica di una collaborazione tra Ente Pubblico e cittadinanza per la semplificazione del procedimento amministrativo. Ma l’elemento più importante su cui discutere è quello relativo all’inserimento del punto 3 dell’art. 4 che non rinveniamo in alcun regolamento già approvati da numerosi altri comuni tra i quali il limitrofo comune di Anacapri. Nel capoverso in questione viene trattato il caso delle edificazioni abusive per le quali viene proposta una procedura di risarcimento danni e la demolizione. Inoltre non è previsto l’obbligo della variazione del PRG da parte del comune. Al riguardo bisogna dire che per le opere abusive, soprattutto per quelle recenti, è tautologica l’affermazione che non si può procedere all’affrancazione e si deve procedere alla demolizione. Questo già lo prevede la normativa vigente. Quello che non convince, invece, è che il punto così scritto opererà anche nei confronti di coloro i quali hanno condonato le opere abusive nel rispetto della legge e per le quali non è stato ancora definito il condono. Con questa interpretazione quasi nessun cittadino potrà ottenere l’affrancazione e addirittura si dovrebbe procedere alla demolizione anche di quelle case soggette al condono. E’ opportuno, quindi, abrogare il punto in questione in quanto tautologico per le opere abusive e non in linea con tutte le opere sulle quali pende istanza di condono non ancora definite”. Salvatore Ciuccio, con il suo intervento a favore del Comune di Capri e del cittadino, intende proseguire sulla strada che il cittadino stesso non deve essere vessato ed ancor più per responsabilità che non ha nel momento in cui ha acquistato un terreno su cui ha costituito abusivamente ma nei termini e modalità di condono, perchè raggirato da atti notarili di decenni e decenni fa che hanno fatto sparire le enfiteusi, i canoni ed i livelli.