Nel film “Il Giorno della Civetta”, regia di Damiamo Damiani, del 1968, visibile su youtube all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=Ypg5SxbDhE4&t=61s, tratto dall’omonimo libro di Leonardo Sciascia, girato tra Partinico e Palermo, con un cast di attori internazionali, Lee J. Cobb, Serge Reggiani e Nehemiah Persoff, tra i quali spiccano gli italiani Claudia Cardinale e Franco Nero, con trama: “Sicilia, 1961. L’ufficiale dei Carabinieri Bellodi, parmense ed ex partigiano, in servizio in un piccolo paese, si trova ad indagare sull’omicidio di Salvatore Colasberna, un impresario edile, ucciso per essersi rifiutato di lasciare un appalto ad una ditta protetta della mafia. L’omicidio è avvenuto nelle vicinanze dell’abitazione dove vivono Rosa Nicolosi, il marito e la loro figlioletta. Nella stessa mattina scompare anche il marito di Rosa Nicolosi. Il capitano Bellodi riesce a strappare a Rosa che il marito le ha detto prima di sparire di aver incontrato lungo la strada, in cui ha avuto luogo l’omicidio “Zecchinetta” (il soprannome deriva dalla passione per l’omonimo gioco), un suo conoscente già pregiudicato, il cui nome viene confermato dal confidente di polizia “Parrinieddu”. Nel frattempo il boss del paese, Don Mariano Arena, organizza una manovra per far passare l’omicidio Colasberna come dovuto a motivi passionali: praticamente sarebbe stato Nicolosi ad uccidere l’impresario in quanto amante della moglie e poi si sarebbe dato alla latitanza”. La critica riporta che questo film risalta in maniera particolare l’atmosfera di omertà esistente nel paese e la corruzione diffusa in tutti gli ambienti: politico, giudiziario,… Ottimi gli attori, a partire dai comprimari Tano Cimarosa e Serge Reggiani, convincente Franco Nero (premiato col David) in una delle sue parti migliori, nel dare al Capitano Bellodi il volto pulito del funzionario dello Stato che ancora crede nei valori della Giustizia… Il film si conclude con l’immagine del boss, don Mariano, che uscito sul terrazzo della sua abitazione nella piazza del paese, mentre tutti lo riveriscono e ne plaudono il ritorno a casa dopo il suo arresto, questi mentre si intrattengono i suoi compari, si fa portare un binocolo con cui scruta le finestre della Caserma dei Carabinieri a cui si affaccia un nuovo Capitano dei Carabinieri, riconoscendo pubblicamente che il Capitano trasferito era un uomo e che il nuovo è un quaqquaraquà. Perchè tutta questa storia e cosa c’entri il film girato in Sicilia con Capri? E’ presto detto. In seguito all’inchiesta che nel 2015 ha riguardato l’ex comandante ed ex carabiniere (con la c minuscola) Michele Sansonne, coinvolto in un’inchiesta che lo ha portato sul banco degli imputati del Tribunale di Napoli macchiando l’onore della divisa che ha indossato a Capri per quindici anni, l’Arma dei Carabinieri designò alla Stazione di Capri il Luogotenente Pietro Bernardo. Un Carabiniere, un servitore dello Stato, “un vero Carabiniere”, uno di quelli che non si fa abbindolare e che ha sempre portato avanti senza mai retrocedere la lotta al malaffare. Con la sua nomina a Comandante di Stazione a Capri avrebbe dovuto dimenticare la lotta alla malavita che ha combattuto con grandi risultati prima alla Stazione Carabinieri di Marcianise dove nel 2008 ha ricevuto, solo per fare un esempio, un Encomio Solenne del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri: “Comandante di Stazione in territorio caratterizzato da elevato indice di criminalità organizzata e da difficile contesto operativo, evidenziando altissimosenso del dovere e spiccata professionalità, capeggiava articolata attività di indaginenei confronti di appartenenti ad associazione di tipo camorristico, consentendodi trarre in arresto 69 affiliati, tra cui gli autori di tre efferati omicidi, nonchédi sequestrare 84 chilogrammi di sostanze stupefacenti. Gli eccellenti risultati conseguiti, che riscuotevano il plauso di autorità e popolazione, contribuivano a esaltare il prestigio e l’immagine dell’Istituzione e a rafforzare le capacitài nvestigative dell’Arma nella provincia”.
Marcianise (Caserta) e territorio nazionale, marzo 2007 – novembre 2007
e poi un ennesimo encomio solenne:
«Dando prova di spiccato acume investigativo e tenace abnegazione, partecipava a prolungata e complessa attività di indagine, che consentiva di individuareun’agguerrita organizzazione criminale costituita da elementi provenienti dall’Esteuropeo, dedita alla tratta di clandestini, al traffico illecito di armi e merci alle estorsioni in danno degli stessi immigrati con il ricorso a violente intimidazioni.L’operazione si concludeva con l’esecuzione di 52 provvedimenti restrittivi e la completa disarticolazione del sodalizio criminoso».
Province di Napoli e Caserta, settembre 2003 – dicembre 2004.
Pietro Bernardo ha prestato servizio anche alla Stazione Carabinieri Villa Bonelli, un avamposto di legalità nella famosa zona della Magliana, nota per l’omonima banda.
Il trasferimento a Capri del Luogotenente Pietro Bernardo da una parte conciliava le esigenze d’immagine dell’Arma dei Carabinieri che avevano raggiunto il minimo storico per l’infedele comportamento del predecessore e dall’altra parte esigenze di sicurezza perchè la camorra in terra di lavoro non gli ha mai perdonato lo smantellamento del clan Belforte. Per il primo anno a Capri era vietato ai giornalisti di ritrarre in video e foto il Luogotenente, un’attenzione da evitare per sicurezza di quel Carabinieri e giocoforza funzionavano a ciò che altri Luogotenenti avevano lo stesso cognome e per giunta anche alla Compagnia di Sorrento da cui Capri dipende.
Dopo solo alcuni mesi un buon investigatore come Pietro Bernardo si era reso conto di dove stava il malaffare, politica, colletti bianchi e mattone andavano a braccetto. Da subito l’inchiesta particolarmente delicata che riguardava Villa Faraglioni, dove il pluripotente ingegnere Giuseppe Aprea, l’ex responsabile dell’edilizia privata Massimo Stroscio, e non ultimo il sindaco Gianni De Martino (non potendosene occupare perchè vietato al primo cittadino ha eseguito il collaudo del cemento armato), si erano spesi per la proprietà del brand 100% che da lì a poco riceverà i sigilli apposti ormai due anni fa e che nei prossimi giorni dovrebbe arrivare a conclusione. La verifica dei cantieri che lo scorso inverno imperversavano a Capri al Luogotenente Pietro Bernardo, costeranno molto caro. Ha avuto l’ardire di controllarli uno per uno ed a cinque di apporci i sigilli, questo contrasto all’abusivismo gli costerà una dura presa di posizione dell’Associazione Progettisti e Tecnici dell’Isola di Capri che lo accuseranno di aver fatto apparire l’isola come un insieme di mattoni selvaggi. Mattoni selvaggi che poi emergeranno in una serie di falsi condoni, il Luogotenente Pietro Bernardo metterà le mani dove nessun altro ha osato. Anzi. Tra i tanti falsi e brogli ha anche fatto arrestare (ai domiciliari) l’ex responsabile dell’edilizia privata colpendo il costruttore Biagio Gargiulo e il proprietario di una villetta Silverio Paone per un falso ripristino. Negli ultimi due anni i Carabinieri della Stazione di Capri non hanno solo apposto sigilli alle proprietà ove vi erano in corso lavori abusivi, ma sono andati a verificare le pratiche edilizie presso il Comune di Capri avviando una serie di indagini. Non pochi condoni edilizi a fronte di queste dettagliate ed articolate inchieste sono risultati falsi, tesi che i Magistrati della Procura della Repubblica di Napoli hanno sposato a pieno e che stessa cosa hanno fatto i Gip, che ne hanno convalidato i sequestri. Quando il Luogotenente Pietro Bernardo si è reso conto che la gestione clientelare affaristica delle pratiche edilizie e dei condoni non erano episodi non concatenati, sono iniziati i suoi veri guai. Alla Procura della Repubblica di Napoli sono iniziati a giungere dossier fotografici che ritraevano il Luogotenente mentre parlava con una fonte, con un comune cittadino e quant’altro, nell’obiettivo di screditarlo nella speranza di ottenerne il trasferimento, cosa questa non avvenuta perchè Pietro Bernardo non aveva nulla da nascondere ed il suo operato in materia di indagini era portato avanti in modo concordato con la Magistratura. Dopo questo buco nell’acqua sono scesi in campo i fucilieri, personaggi, in giacca e cravatta, che approfittando delle loro amicizie altosonanti si sono rivolti a chiunque potesse disporne il trasferimento, anche per merito, purchè venisse trasferito, ma tutte queste azioni sono state inutili. I Carabinieri da quando la Stazione di Capri è diretta da quel Luogotenente ha raggiunto il massimo consenso della cittadinanza, che, ha dovuto riscontrare che quell’integerrimo Carabiniere trattava tutti allo stesso modo e certamente non aveva timore di indagare politici, tecnici, faccendieri e quant’altri. Ora a distanza di mesi dai tentativi di farlo trasferire è notizia di questi giorni che il Luogotenente Pietro Bernardo nel giro di poche settimane lascerà il Comando della Stazione dei Carabinieri di Capri per andare in un’altra di terraferma, con la motivazione che la sua presenza sull’isola si è conclusa perchè da troppo tempo è in ruolo di comando in una Stazione che dopo tre quattro anni va lasciato. La notizia del trasferimento del Luogotenente Pietro Bernardo non è stata presa bene da chi vedeva in questa persona un difensore della giustizia che stava stanando il malaffare ed è invece stata presa con gioia da chi è sottoposto ad indagini. Anche perchè per il momento, ad esempio, la politica degli affari non è stata ancora debellata ed alle porte con la campagna elettorale anche chi poteva scegliere di avere un profilo basso e non pubblico perchè coinvolto in inchieste starebbe ripensandoci perchè se il recinto delle galline non è più sorvegliato c’è la possibilità di entrarci un’altra volta e questa volta alla grande spennandole. Intanto alla Guardia di Finanza è arrivato da alcune settimane il nuovo Vice Comandante della Tenenza, il Luogotenente De Martino, che quando tra un anno lascerà Pietro Varlese il comando lo sostituirà nel ruolo di vertice isolano. Anche la Tenenza della Guardia di Finanza di Capri, ha messo in essere inchieste delicate che hanno e riguardano la politica, gli affari e il malaffare. Chi sarà il sostituto del ruolo del Comandante della Stazione Carabinieri di Capri appena sarà operativo il trasferimento del Luogotenente Pietro Bernardo non si conosce ancor, per la giustizia e la legalità ed anche perchè il gran lavoro investigativo di questo Carabiniere che ha messo in luce fatti e misfatti di quella che sembrava una località immune dalla corruzione non è giusto sia stato vano. Chi verrà a Capri verrà, che sia un Carabiniere di esperienza e casomai venga da terra di malavita, l’importante è che non ci si trovi davanti alla scena conclusiva del film “Il Giorno della Civetta” con il boss che si affaccia da una finestra tipo quelle del Comune e scrutando in piazzetta viene visto un nuovo Comandante di Stazione compiacendosi che Pietro Bernardo è un uomo e che il nuovo è un quaquaraquà, lasciando scorrere gli affari e quant’altro com’era prima di quelle inchieste che hanno dato risultati di rilievo ed inimmaginabili a Capri.