Il Comune di Capri per non ammettere le sue responsabilità ha cercato di far apparire “colpevoli” i gestori dei bar, visto che tra qualche giorno nella piazzetta, in quello che è definito il salotto del mondo, non vi sarà un bar aperto. Niente caffè in piazza, neanche un bicchiere d’acqua. Sul quotidiano Il Mattino di oggi, giovedì 7 febbraio, è apparso un articolo della giornalista Anna Maria Boniello che ricostruisce con dovizia di particolari la vicenda.
Il sindaco di Capri, Giovanni De Martino, bacchetta i proprietari dei bar in Piazzetta che hanno chiuso le loro attività sin dall’inizio di gennaio. Da lunedì 10 febbraio con la chiusura del bar Il Piccolo la Piazzetta resterà priva dei suoi caffè. Tutti insieme per la pausa feriale che, come accade nelle località turistiche per esercenti e albergatori coincide con il periodo meno turistico dell’anno: le settimane dalla befana a fine febbraio. Duro l’atto d’accusa del Comune: «Ciò denota – è scritto in una nota – la totale indifferenza ed insensibilità alle istanze di una Comunità, tra l’altro titolare del suolo pubblico sul quale sono esercitate tali floride attività. Riteniamo che questa sia una pagina certamente non positiva della storia di Capri che neppure un Associazione di categoria come l’ Ascom ha saputo evitare». Parole severe del Sindaco e dei due assessori al turismo ed alle attività produttive, Antonio Esposito e Manuela Massa, che concludono la loro richiesta con un incisivo monito: «Speriamo ci sia un sussulto di dignità ed orgoglio che consenta di evitare questo triste passo indietro». Ed intanto nella Piazzetta invernale ieri con l’unico bar aperto Il Picccolo si sono formati i primi capannelli di commercianti che commentavano l’accaduto e anche di tanti cittadini che criticavano non solo la chiusura dei caffè, ma anche quella di ristoranti, negozi e boutique sia nel centro storico sia a Marina Grande.
PORTE CHIUSE A Capri in questi giorni è aperto un solo ristorante in Via Roma, un secondo alza la saracinesca solo nel fine settimana, due pub funzionano la sera e un winebar nei weekend. Mentre a Marina Grande è aperto un solo bar e un solo ristorante. Una situazione a limite dell’assurdo con i capresi inviperiti: non c’è quasi la possibilità di prendere un caffè o per i turisti presenti dell’isola di avere più opportunità per pranzo e cena. Per il presidente dell’associazione dei commercianti, Luciano Bersani, il problema non è tuttavia tutto a carico degli esercenti, anzi è prevalentemente dell’ amministrazione.
«Il Comune – attacca Bersani – dal 20 novembre conosceva i turni di chiusura, per cui la pagina certamente non positiva è stata scritta da un’amministrazione che aveva già un quadro pressochè completo di quello che sarebbe avvenuto dal 29 gennaio in poi e cioè, che in piazzetta avrebbero chiuso tutti i bar. E solo grazie alla sensibilità di Marco Strina, titolare de Il Piccolo che ha protratto l’apertura sino al prossimo lunedì 10 febbraio è ancora possibile avere un bar aperto in Piazza. La realtà che riscontriamo della desertificazione invernale dell’isola però non si può limitare solo alla piazzetta ma coinvolge tutta la rete commerciale. Il problema delle chiusure invernali – per Bersani – andrebbe quindi affrontato e programmato con largo anticipo».
L’OPPOSIZIONE Analogo atto di accusa dai banchi della minoranza: per il consigliere Salvatore Ciuccio «è anomalo che l’ attenzione del Comune sia stata riservata solo ora e solo alla Piazzetta. Prendiamo atto del fallimento dell’iniziativa dell’ Amministrazione per l’allungamento della stagione turistica con uno stanziamento in bilancio di ben 200 mila euro che si è rivelato un flop».
L’amministrazione comunale della Primavera ad ottobre scorso scrisse ai pubblici esercizi, quelli iscritti all’Ascom e non, per conoscere quali fossero i periodi di chiusura delle attività ed entro il 20 novembre, tre mesi fa circa, il Comune di Capri era a conoscenza della situazione e che quindi poteva rendersi conto di quello che oggi si sta verificando. Solo il 14 gennaio i politici della Primavera e specialmente i firmatari della lettera partita dal Municipio, il sindaco Gianni De Martino, l’assessore al turismo Antonino Esposito e l’assessore alle attività produttive Manuela Massa, hanno capito che dal 29 gennaio, come la maggior parte dei ristoranti, in piazzetta non vi sarebbe stato nessun bar aperto.
Tutti chiusi: Il Piccolo, il Gran Caffè, il Caffè Caso e il Bar Tiberio, nonchè il bar Funicolare alle spalle del salotto del mondo. A restare aperto il Bar Alberto che come il Funicolare è posto alle spalle del cuore della piazzetta, che, non osserverà il giorno di chiusura settimanale per il mese di febbraio. Stessa situazione al porto dove aperto c’è solo il Bar Grotta Azzurra che osserva la domenica il giorno di chiusura settimanale. Un post su facebook dell’associazione del gruppo politico Avanti Capri lascia rendere conto con schiettezza qual’è la situazione e come è stata gestita dalla Primavera: Siamo al Ridicolo!!! Per la prima volta dopo circa 80 anni la piazza di Capri chiude: i Bar della piazzetta chiuderanno per il mese di febbraio ! L’amministrazione Comunale della Primavera per mascherare l’ennesima brutta figura nell’affrontare e risolvere i problemi legati alla vivibilità invernale dei Capresi, attraverso una lettera istituzionale pubblicizzata sui social mostra il proprio “disappunto “ per la chiusura dei bar in piazza a febbraio scaricando le proprie responsabilità sugli stessi gestori dei bar . Eppure già dal 20 novembre 2018 gli stessi gestori avevano comunicato chi stava aperto e chi invece chiudeva e quindi era a conoscenza che a Gennaio e febbraio niente caffè in piazza e invece di attivarsi immediatamente si è aspettato Gennaio per porre il problema dimostrando ancora una volta una gravissima ed imperdonabile negligenza e senza neanche la serietà di riconoscere i propri limiti. Capri e’ praticamente chiusa e la Primavera ci toglie anche il gusto di un caffè in Piazzetta! Speriamo che oltre l’inverno passi presto anche…….. la Primavera !!!!!
Appena la Primavera, il 14 gennaio, si è resa conto che il 29 gennaio Il Piccolo avrebbe chiuso, ha subito convocato una riunione con tutti i titolari dei bar della piazzetta e il presidente dell’Ascom, per il 16, data questa in cui si era insediato Luciano Bersani, che, ovviamente, non essendo ancora a conoscenza della vicenda, non ha preso parte alla riunione, a differenza dei gestori dei bar della piazzetta. Nel corso della riunione l’amministrazione comunale ha preso atto della situazione e il senso di responsabilità del titolare de Il Piccolo, Marco Strina, ha rimodulato il periodo di chiusura del bar spostandolo all’11 febbraio. Il 23 gennaio si è tenuta al Comune un’altra riunione nel corso della quale si è nuovamente preso atto dell’impossibilità dei bar, di rimodulare il periodo di chiusura prestabilito e comunicato mesi fa alla Primavera. Il 6 febbraio la Primavera, che chissà cosa ha pensato in tutti questi 14 giorni, ha inviato la lettera d’accusa.
Lettera questa che tra l’altro contiene minacciosi messaggi, rispediti al mittente dal presidente Luciano Bersani con la lettera di risposta inviata di oggi, giovedì 7 febbraio. Il vertice dell’Ascom, recentemente rinnovato, ha scritto al primo cittadino ed agli assessori al turismo ed alle attività produttive:
Capri, 7 febbraio 2019
All’Ill.mo Sindaco della Città di CAPRI
Egregio Ing. Giovanni De Martino
All’Assessore al Turismo
Egregio signor Antonino Esposito
All’Assessore alle Attività Produttive
Gentile signora Manuela Massa
e, p.c. Spett.le Bar Alberto
Spett.le Bar Caso
Spett.le Bar Tiberio
Spett.le Bar Il Piccolo
Spett.le Gran Caffè
Spett.le Bar Funicolare
Oggetto: chiusura esercizi bar della piazzetta
Con profonda amarezza riscontriamo la lettera pervenutaci in data 06/02/19.
Certamente la violenza espressa nella stessa non lascia grandi spazi ad un tranquillo confronto ed anzi, aver scelto di portare lo stesso agli onori della cronaca, abbassa e sminuisce nei fatti la volontà di collaborazione che questa Amministrazione aveva dichiarato di voler avere con gli imprenditori.
Tale modo di approcciarsi oltre ad essere incomprensibile, palesa minacce che non aiutano a gestire problematiche complesse che sarebbero dovute essere già note agli uffici comunali ed ai firmatari della lettera in oggetto, attraverso le comunicazioni che ciascun esercizio ha inviato al comune entro il 19 novembre 2018 e di cui vi siete resi conto solo per caso agli “inizi” di gennaio ( 14 gennaio ) inviando una convocazione ad horas .
Suona strano il richiamo ai soli esercizi in indirizzo rei di un comportamento irrispettoso nei confronti della popolazione, mentre sconcerta l’assoluto silenzio di questa Amministrazione davanti alle stesse problematiche che si sono verificate e si verificano tuttora, in altre zone e nel resto dei comparti socio economici di Capri.
Il richiamo poi a “floride attività” denota quanta poca stima questa Amministrazione ha nei confronti degli imprenditori tutti che investono e creano posti di lavoro dando lustro alla nostra Isola.
Ritenere poi che una azienda abbia maggiori obblighi solo perché parte della propria attività si svolge su suolo pubblico (lautamente pagato) e’ un errore fuorviante.
La realtà è che riscontriamo una sempre più profonda desertificazione del tessuto economico e sociale nei mesi invernali , conseguenza di una sempre minore azione di coordinamento tra le attività economiche tutte (negozi, alberghi , ristoranti , bar , locali notturni e servizi e trasporti pubblici) e le istituzioni.
Avremmo preferito collaborare e lavorare insieme per invertire la tendenza, piuttosto che discutere se il continuo puntare il dito, trovare un capro espiatorio e avvelenare il clima con puerili minacce sia una scelta utile per noi tutti comunità caprese.
Avremmo preferito un corretto confronto piuttosto che assistere all’attribuzione di onori e disonori da dare in pasto all’opinione pubblica, per distrarla dalle proprie responsabilità, ma questa è la Politica.
Se in futuro riusciremo a confrontarci in modo corretto e nei tempi necessari, sicuramente si troveranno soluzioni e si potrà arginare l’impoverimento politico , morale, sociale e economico della nostra comunità , forse addirittura invertendo una tendenza che sembra inesorabile. Distinti saluti
Il Presidente Luciano Bersani
In effetti cosa sia sconcertante in questa vicenda è il pressappochismo della Primavera, che, a differenza del sindaco, ad esempio, di Sorrento, con il dialogo e la programmazione, è riuscito ad organizzare un calendario per l’apertura e chiusura degli esercizi pubblici, senza minacce ed usando l’intelligenza.
Alla lettera dell’Ascom certamente la Primavera, che ormai è nuda, risponderà. Una risposta che potrà essere seria e qualificata, ovvero ammettere l’incapacità a gestire la materia o arrampicarsi sugli specchi. Questa seconda strada non è però politicamente conveniente, in quanto con i social che ribattono la notizia la Primavera rischia di entrare in un vortice da cui poi sarà difficile uscire. Sulla vicenda che anche intervenuto Teodorico Boniello presidente dell’Unione Nazionale Consumatori di Capri che ha commentato: In relazione alla querelle tutt’ora in atto tra Comune di Capri ed Associazione Commercianti, in cui vengono rimbalzate reciproche responsabilità relative all’ imminente chiusura in concomitanza di tutti i bar della celebre piazzetta di Capri, la delegazione dell’ Unione Nazionale Consumatori di Capri, in persona dell’ avv. Teodorico Boniello, sull’argomento esprime il suo più grande disappunto, precisando quanto segue: “La chiusura in concomitanza di tutti i bar della piazzetta, che va stigmatizzata a prescindere di chi siano le responsabilità, rappresenta esclusivamente la punta dell’iceberg di un fenomeno ben più vasto di quanto si possa credere e che si radica nella trasformazione del tessuto sociale e commerciale che Capri ha vissuto negli ultimi decenni, la desertificazione invernale, dove utenti e consumatori non possono che essere parte lesa, in quanto fruitori di servizi che vengono interamente e bruscamente interrotti, benchè la legge consenta la libertà di mercato. Ciò ha creato, purtroppo, reazioni a catena che hanno dato luogo alla situazione attuale. Si tratta di un fenomeno generale, che va affrontato, che riguarda non solo ed esclusivamente le chiusure di esercizi pubblici, quali bar e ristoranti, ma è collegato anche a problematiche relative ai trasporti (si pensi alla chiusura trimestrale della funicolare ed ai collegamenti marittimi), alla scuola, allo sgretolamento del tessuto socio-culturale. Istituzioni ed associazioni di categoria hanno l’ obbligo, quantomeno morale, di dover interagire tra loro, anche con tavoli tecnici, al fine di evitare che situazioni simili possano riproporsi. Quando si parla di isola disagiata, a questo ci si deve riferire”.