Stefano Mariotti a termine del processo per omicidio preterintenzionale ai danni dell’anacaprese Giovanni Masturzo, salvo colpi di scena, andrà in carcere. Veniamo ai fatti. Giovanni Masturzo, nella notte tra l’1 e il 2 settembre, provenendo da un addio al celibato di una coppia di amici, aveva incrociato sulla sua strada l’ex fidanzata Maria Teresa Troccia (figlia di un maresciallo dei Carabinieri in pensione che ha sposato un’anacaprese) e il suo nuovo compagno Stefano Mariotti, un romano palestrato che trascorreva sull’isola le vacanze. Da quell’incontro, una lite verbale, dove Giovanni Masturzo, anche un po’ alticcio per i festeggiamenti del coronamento del matrimonio degli amici, per il baldanzoso cinquantenne romano, Stefano Mariotti, si è conclusa con lo sferrare un pugno al volto dell’anacaprese, che, cadendo su se stesso ha battuto il capo perdendo conoscenza.
Da qui l’intervento del 118 che lo trasferiva al Capilupi per poi trasportarlo in elicottero alla Terapia Intensiva del San Giovanni Bosco, dove, dopo un mese, è deceduto. Nell’immediatezza i Carabinieri della Stazione di Anacapri, diretti dal Luogotenente Cristoforo Perilli, hanno svolto le indagini ascoltando anche il Mariotti e la Troccia, risultati collaborativi e che hanno dichiarato che il Masturzo ondeggiava il casco del suo ciclomotore in modo minaccioso provocando la reazione del pugno fatale. I Carabinieri acquisirono anche le immagini delle telecamere di video sorveglianza ed alcuni testimoni che si trovavano sul luogo dell’accaduto, all’incrocio della strada che porta alla Grotta Azzurra. Con la morte del 44enne Giovanni Masturzo il Pubblico Ministero, Maria Carolina De Pasquale, indagò Stefano Mariotti prima per lesioni gravi e poi per omicidio preterintenzionale aggravato, perchè come dimostrerà l’autopsia, la causa della morte era nel pugno sferrato all’anacaprese. Nel corso delle indagini e con la visione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza la posizione di Maria Teresa Troccia, venne stralciata dal Pubblico Ministero per false dichiarazioni rese al magistrato, in quanto la versione da questi fornita e dal suo fidanzato romano non era veritiera. Con l’inizio del processo Stefano Mariotti, attraverso il suo legale di fiducia romano, Veronica Paturzo, ha cercato a tutti i costi di patteggiare la pena da infliggergli affinchè si riducesse nei 4 anni prevista, in tal modo non avrebbe scontato neanche un solo giorno di carcere. A queste udienze scandite dalla continua richiesta di patteggiamento ed in ultimo anche concordata con il Pubblico Ministero, si è levata con forza e determinazione la voce del legale dei familiari di Giovanni Masturzo, Roberto Tropenscovino del Foro di Milano
, che nella scorsa udienza ha chiesto ed ottenuto che il Gup Luca Battinieri, visionasse le immagini per avere certezza che la vittima, l’anacaprese, non avesse provocato quella che l’imputato ha definito una reazione al fatto. Infatti spalleggiato dalla dichiarazione di Maria Teresa Troccia, il Masturzo avrebbe colpito il Mariotti alla testa (fronte) col casco che aveva in mano e che, quindi, quest’ultimo si sarebbe sostanzialmente limitato a reagire al colpo subito, quindi, si sarebbe difeso, cosa questa non rispondente al vero. Giovedì scorso ennesima udienza dove l’avvocato Roberto Tropenscovino ha ottenuto che non si parlasse più di patteggiamento bensì di rito abbreviato che prevede uno sconto di pena di un terzo di quanto previsto dal codice, ovvero agli articoli del codice penale 584: “Chiunque, con atti diretti a commettere uno dei delitti preveduti dagli articoli 581 e 582 (1), cagiona la morte di un uomo (2), è punito con la reclusione da dieci a diciotto anni. Anche in caso di condanna ci vorranno 3 anni mediamente per discutere l’appello ed 1 anno per la Cassazione, periodo in cui Stefano Mariotti, resterà libero in attesa che la sentenza diventi definitiva e se dovesse essere confermata una pena superiore ai 4 anni, cosa prevedibile per quanto questi ha commesso, per lui si apriranno le porte del carcere. Prossima udienza il 31 gennaio 2019, dove nuovacapri.tv chiederà di poter riprendere il processo in streaming non live.