La riunione di diversi componenti dell’Associazione Tecnici e Progettisti Isola di Capri, presieduta dall’architetto Massimo Esposito, di alcune settimane fa, al centro congressi per prendere decisioni in merito ai lavori da eseguirsi su fabbricati che hanno parti, anche se marginali, in condono, ha dato vita a non poche polemiche, anche per la presenza oltre che dell’avvocato amministrativista Oronzo Caputo, uomo di grande esperienza giuridica, anche del primo cittadino, Gianni De Martino. Una riunione conclusasi con un nulla di fatto. In effetti tutta la vicenda all’origine non vede un coinvolgimento dell’Associazione Tecnici e Progettisti Isola di Capri, anche, perchè tutto è partito da una pratica presentata dal geometra Antonio Di Martino in commissione edilizia e che riguardava l’albergo Villa Krupp. Un albergo che per abbellimento voleva realizzare un colonnato su un terrazzo fermo restando che nella proprietà esisteva una parte in condono. In commissione edilizia
l’ingegnere Salvatore Rossi, responsabile dell’ufficio di edilizia privata ed urbanistica del Comune di Capri, nominato in questo ruolo dal sindaco Gianni de Martino, a seguito dell’arresto dell’architetto Massimo Stroscio, e presidente della commissione come da regolamento comunale, sollevò alcune perplessità facendo presente che c’era il rischio che la Soprintendenza potesse bocciare la pratica che la commisisone edilizia stessa stava per approvare. Una bocciatura dettata secondo l’ingegnere Salvatore Rossi, dal fatto che la linea della Soprintendenza, essendovi una parte in condono anche se non quella interessata dall’opera richiesta, non poteva essere autorizzata fintanto non fosse stato definito tutto il condono. Quindi la commissione edilizia si fermò sull’esame della pratica dell’albergo. Fino allo stop dell’esame della pratica con il precedente responsabile dell’ufficio di edilizia privata ed urbanistica questo problema non era mai sorto e sempre erano state licenziate pratiche che avevano parti oggetto di condono. Davanti a questa nuova linea anticipata dall’ingegnere Salvatore Rossi, si creò una grande preoccupazione per il motivo che si sarebbe fermata l’edilizia, non solo quella privata ma anche quella commerciale ed alberghiera. Ad esempio un albergo di centinaia di metri quadrati con un solo metro quadrato in condono non avrebbe potuto eseguire lavori edili migliorativi della struttura e da qui i tecnici pensarono di chiedere un parere alla Soprintendenza per avere le idee chiare a risolvere il problema. Premesso che anche le leggi sul condono ed una serie di sentenze giudiziarie prevedono la fattibilità di lavori sulle parti non in condono dei fabbricati l’architetto Claudio Stabile si recò dall’ingegnere Salvatore Rossi, con uno scritto che rappresentava il quesito da sottoporre alla Soprintendenza e il capo dell’ufficio tecnico lo fece suo così com’era presentandolo alla Bovier. I tecnici Massimo Esposito, Claudio Stabile, Giovanni Margiotti e Costantino Cerrotta con l’ingegnere Salvatore Rossi, prima che la Soprintendente Bovier rispondesse al quesito per ragionare e inizialmente la Soprintendente sembrò disponibile prima che dicesse che a causa del clima giudiziario pesante su Capri alla luce di tutte le vicende che vedevano il coinvolgimento di tecnici, funzionari comunali e quant’altro, sui fabbricati che avevano piccole parti in condono comunque non si poteva fare alcun intervento. Questo è quello che è accaduto ed è paradossale che il Comune per tramite dell’ufficio tecnico chieda un parere alla Soprintendenza che deve applicare la legge e che ha dato un bel po’ di pareri favorevoli o comunque non ha risposto nei termini facendo scattare il silenzio assenso, fintanto c’era al Comune l’altro tecnico prima che venisse arrestato. I tecnici privati insieme all’ingegnere Salvatore Rossi, hanno stabilito, per affrontare e scongiurare il blocco dell’edilizia, di valutare le pratiche di condono facendo una commissione per l’edilizia privata dove non ci sono condoni ed un’altra per i condoni, ma non è chiaro con quale criterio, se afforntare le pratiche di condono in base al numero cronologico, come sarebbe normale in un luogo dove da trent’anni si attende l’esame delle pratiche e che devono essere istruite ancora o di esaminare le pratiche di condono in base alle richieste che pervengono da cittadini ed attività che vogliono eseguire sulle proprietà lavori. In molti si è convinti che il parere richiesto dal Comune per tramite dell’ufficio tecnico a firma dell’ingegnere Salvatore Rossi, non andava presentato e che la commissione edilizia doveva limitarsi a vagliare le pratiche ed in base alle leggi che disciplinano la materia essere sottoposte al vaglio della Soprintendenza che non avrebbe potuto così utilizzare due pesi e due misure, ovvero autorizzare o non pronunciarsi facendo scattare il silenzio assenso quando c’era Stroscio e dire di no bocciandole quando c’è Rossi . Anche perchè in questo caso la Soprintendenza avrebbe dovuto spiegare nei tribunali perchè due pesi e due misure. In effetti la linea intrapresa dall’ingegnere Salvatore Rossi, è vista come un meccanismo per non firmare, per lasciare tutto fermo fintanto non finirà a Capri l’azione della magistratura sull’edilizia che ha tirato fuori falsi e brogli, un modo per sottrarsi alle proprie responsabilità e non apporre la firma.