La morte di Giovanni Masturzo, il quarantacinquenne di Anacapri, morto nel letto dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, a distanza di poco più di due anni, 11 ottobre 2018 vedrà l’inizio procedurale del processo a carico dell’imputato Stefano Mariotti, cinquantunenne romano. Stefano Mariotti, palestrato, esperienza in pugilato, così come ritratto in diverse foto sul suo profilo facebook, il 1° settembre 2017, a seguito di un litigio che vedeva dibattere Giovanni Masturzo e la sua ex fidanzata, Maria Teresa Trocci, con toni accesi, si trovò steso in terra, non prima di aver colpito il marciapiede con la testa battendo la parte posteriore della volta cranica. In consegnenza di un pugno sferrato con brutale forza Giovanni Masturzo con il 118 venne trasferito all’ospedale Capilupi, dove i medici del nosocomio caprese riscontrando trauma cranico con segni radiografici di emorragia cerebrale e frattura del seno mascellare sinistro ed emoseno mascellare, lo trasferirono al San Giovanni Bosco di Napoli dove, poi, il 2 ottobre, a distanza di un mese, nel reparto rianimazione, avvenne il decesso per cedimento cardio-respiratorio a genesi centrale con scompenso multiorgano terminale. La morte di Giovanni Masturzo, venne causata senza alcuna ombra di dubbio da quel maledetto pugno che Stefano Mariotti sferrò, un pugno rivelatosi fatale, e che per Stefano Mariotti, nel mese di settembre del 2017 fino alla morte della vittima, significò essere denunciato a piede libero per lesioni gravissime e seppur potevano sembrare necessarie restrizioni alla sua libertà, come obbligo di firma e quant’altro, non erano state valutate perchè questi si era reso collaborativo con gli inquirenti e quindi non vi era alcun pericolo di fuga o quant’altro.

la vittima Giovanni Masturzo

Dalla morte di Giovanni Masturzo la Procura della Repubblica di Napoli, per la quale il Pubblico Ministero inquirente è Maria Carolina De Pasquale, sezione reati contro la persona, che aveva già affidato le indagini ai Carabinieri della Stazione di Anacapri, diretti dal Luogotenente Cristoforo Perilli, che nell’immediatezza dei fatti erano intervenuti subito acquisendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza e ascoltando a verbale l’autore dell’omicidio e la sua compagna, i testimoni presenti ai fatti, svolgendo tutte le indagini con grande professionalità. L’11 ottobre quindi alle aule delle udienze preliminari un giudice terzo dovrà stabilire se accogliere la richiesta del Pubblico Ministero Maria Carolina De Pasquale, sezione reati contro la persona, di mandare a giudizio per la morte di Giovanni Masturzo, il romano Stefano Mariotti, in base agli articoli del codice penale 584: “Chiunque, con atti diretti a commettere uno dei delitti preveduti dagli articoli 581 e 582 (1), cagiona la morte di un uomo (2), è punito con la reclusione da dieci a diciotto anni. Un processo che oggi è nelle mani del Giudice per le Indagini Preliminari avanti a cui comparirà Stefano Mariotti, assistito dal suo legale di fiducia, Veronica Paturzo del Foro di Roma e le parti offese, che potranno costituirsi parte civile, il padre e le tre sorelle di Giovanni Masturzo, rappresentate dall’avvocato Roberto Tropenscovino, penalista del Foro di Lecco, di grande esperienza, dando prova della sua preparazione professionale occupandosi nei Tribunali d’Italia della strage di Erba, il caso Rubygate, il caso Chiara Bariffi.

Stefano Mariotti accusato di omocidio preterintenzionale

Dall’autopsia del corpo di Giovanni Masturzo, a cui hanno preso parte come per legge anche i medici quali periti di parte, e il dottor Pasquale Monetti per la Procura, è emerso con chiarezza che la morte di Giovanni Masturzo è stata determinata dalle conseguenze di quel pugno. Omicidio preterintenzionale, è il reato per il quale il Pubblico Ministero Maria Carolina De Pasquale chiede il giudizio del palestrato romano, che se andrà a giudizio potrebbe ricorrere al rito abbreviato davanti ad una pena che prevede la reclusione da dieci a diciotto anni per ottenere uno sconto di un terzo e non avendo precedenti penali a suo carico con le attenuanti generiche un ulteriore un terzo di sconto di pena ricudendosi la condanna a pochi anni per aver stroncato la vita a Giovanni Masturzo. La posizione dell’ex fidanzata di quel ragazzo dal grande e penetrante sorriso ucciso dal pugno di Stefano Mariotti, che nel 2017 era lui il fidanzato di Maria Teresa Troccia, indagata mesi fa per false dichiarazioni non è nota, se la sua posizione è stata archiviata o stralciata in un procedimento a parte, ma nel processo che se il Gip sposerà la tesi del Pubblico Ministero è presumibile verrà celebrato nel 2019 dovrà comparire in aula, in un’aula in cui dovrà dire, sotto giuramento, la verità tutta la verità, peccato che nei Tribunali non ci sono più i Crocifissi.
La morte di Giovanni Masturzo, quel tragico 2 ottobre del 2017 ha sconvolto Anacapri e gli anacapresi, in quanto questi era molto conosciuto e benvoluto, anche, grazie al suo carattere gioviale ed al sorriso che l’ha accompagnato in 45anni, un sorriso che un brutale pugno sferrato con ignobile ferocia ha cessato per sempre e per il quale la comunità chiude giustizia ed ancor più il padre e le sorelle.